Due stanze della memoria, due scritture pittoriche che non si sono mai concesse alla superficie. Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, la stagione espositiva si apre con un doppio ritratto: Carlo Levi e Nino Bertoletti, tra amicizie intellettuali, battaglie silenziose e paesaggi interiori che resistono al tempo.
Carlo Levi e Piero Martina: un dialogo lungo trent’anni
Nel cinquantenario della scomparsa di Carlo Levi, la mostra “Omaggio a Carlo Levi. L’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo” ne ripercorre la traiettoria artistica, intellettuale e biografica attraverso un confronto con l’amico Piero Martina. Un sodalizio di lunga durata, costruito tra Torino, Parigi e Roma, nel segno dell’impegno culturale, della solidarietà umana e della ricerca figurativa.
Frutto della collaborazione tra la Fondazione Carlo Levi e l’Archivio Piero Martina, il progetto espositivo presenta oltre sessanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private. La mostra si articola in quattro sezioni tematiche, che seguono il filo di un dialogo iniziato negli anni Trenta e proseguito ben oltre la stagione della ricostruzione.
Nella sezione iniziale, La formazione, l’ambiente intellettuale torinese, si confrontano le prime prove di Levi e Martina, entrambi legati alla cultura figurativa dei “Sei di Torino”. Tra le opere in mostra: Le officine del gas (1926) e Lelle seduta con cappellino (1933) di Levi; Interno dello studio con cappello (1937) e Figura con maschera (1938) di Martina. L’uno tende a una pittura corposa, sensuale, ancora segnata dal realismo magico; l’altro costruisce un’atmosfera più rarefatta, fatta di velature e ambiguità percettive.
La seconda sezione, Da Torino a Roma: suggestioni, aperture e nuove ricerche, restituisce un passaggio cruciale, tra l’incombenza della guerra e la perdita di riferimenti. Il Ritratto dell’altro, eseguito nel 1942 da entrambi, testimonia un momento di vicinanza emotiva e stilistica. Spiccano Autoritratto con fornello (1935) di Levi e Tramonto con la Mole (1942) di Martina: opere che condensano solitudine, memoria e trasformazione.
Con la sezione La stagione dell’impegno civile, si entra nel cuore del dopoguerra. Levi concentra la sua pittura sulla questione sociale, con opere come Il Ragazzo Aleandro (1952), Fratelli (1953), Contadine rivoluzionarie (1951), che raccontano la realtà contadina del Sud con intensità drammatica. Martina guarda al lavoro operaio con sguardo lucido ma lirico, come in La Tessitrice n.2 (1952) e La manifattura tabacchi (1956).
Nell’ultima sezione, Il nudo e il paesaggio, temi coinvolgenti, emergono paesaggi simbolici, corpi in metamorfosi, presenze sospese. Levi esplora una materia pittorica densa, visionaria, come in Donne furenti (1934) e Alberi (1964). Martina sceglie il filtro della luce e del colore, in opere come Paesaggio meridionale (1949) e Alberi e nudi nella vigna verde (1961), in cui l’immagine si fa trasparenza e riflessione.
Chiude la mostra la sezione Le opere di Carlo Levi nella Collezione di Angelina De Lipsis Spallone, con diciannove dipinti inediti acquisiti dalla collezionista romana grazie al legame con Linuccia Saba, compagna di Levi. Tra questi: Natura morta (1926), Piccolo nudo, Autoritratto in rosa (1928), La donna sul divano, La Madre (anni Cinquanta), Il paesaggio di Alassio con falò, L’erpice e gli attrezzi e i dipinti del ciclo Gli amanti.
Nino Bertoletti: il tempo lungo dell’arte
Con la mostra “Nino Bertoletti. 1889–1971”, a cura di Pier Paolo Pancotto, la Galleria d’Arte Moderna dedica una retrospettiva a una figura colta, appartata, profondamente intrecciata alla storia culturale italiana del primo Novecento. Pittore, illustratore, collezionista, giornalista, Bertoletti si muove lungo i margini con lo sguardo vigile di chi preferisce la profondità alla visibilità.
La mostra presenta oltre quaranta opere, provenienti dall’Archivio Nino e Pasquarosa Bertoletti, da musei e da collezioni private, in un percorso cronologico che abbraccia l’intera carriera dell’artista: dagli esordi pittorici degli anni Dieci, al consolidamento negli anni Trenta, fino alla stagione postbellica.
Come scrive Pancotto, «dopo un espressionismo iniziale, Bertoletti volge presto a una visione più organica e stabile della composizione pittorica… un più cauto realismo a tratti ‘magico’, a tratti alimentato da eco provenienti dalla cultura figurativa antica sotto l’influenza dei fantasmi di un passato che egli stesso coltiva costantemente».
Tra le opere esposte: Donna seduta, Figura femminile con sfondo vegetale, Ritratto di Pasquarosa con ventaglio, che ben raccontano la sua adesione a una pittura colta, intensa, mai retorica. Centrale anche la presenza della moglie Pasquarosa, pittrice e modella, figura costante nei suoi quadri: dai ritratti adolescenziali fino a quelli della maturità, la sua immagine accompagna tutta la parabola artistica di Bertoletti.
La mostra si chiude con una sezione dedicata alla grafica e all’illustrazione, ambito raramente indagato ma fondamentale per comprendere la completezza del suo lavoro. A suggello del percorso, un raro filmato d’epoca restituisce il volto dell’artista, testimoniando l’eccezionalità di una personalità tanto appartata quanto profondamente moderna.
Vademecum
Omaggio a Carlo Levi. L’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo
Nino Bertoletti. 1889–1971
11 aprile – 14 settembre 2025
Galleria d’Arte Moderna di Roma, Via Francesco Crispi, 24
Promosse da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
A cura di: Daniela Fonti, Antonella Lavorgna, Antonella Martina, Giovanna Caterina De Feo (Levi)
A cura di Pier Paolo Pancotto (Bertoletti)
Organizzazione: Zètema Progetto Cultura
Orari: dal martedì alla domenica, 10.00 – 18.30 (ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura)
Biglietto unico per entrambe le mostre
Cataloghi: Silvana Editoriale (Levi), Dario Cimorelli Editore (Bertoletti)