VENEZIA – Il giallo vivo e intenso di Femme dans le rue, dipinto da Joan Miró nel 1973, oggi appare sbiadito e degradato. Lo stesso fenomeno ha riguardato altri 25 dipinti conservati dalla Fundació Miró Mallorca.
Il giallo di cadmio, un pigmento moderno
Il giallo degradato nei dipinti di Miró è fatto di giallo di cadmio, un pigmento composto di solfuro di cadmio, introdotto alla fine del XIX secolo. Usato ampiamente da artisti come Van Gogh, Picasso ed Henri Matisse, il pigmento era noto per la sua brillantezza e pienezza della tonalità di colore. Tuttavia, nel corso degli anni, il giallo di cadmio ha dimostrato di non essere sempre stabile, causando il degrado di importanti opere d’arte, come è stato evidenziato nell’Urlo di Edward Munch.
La ricerca condotta finora ha permesso di comprendere quale sia il processo di degrado, ma non ha chiarito completamente quali siano i fattori che stimolino tale degrado, che appare soprattutto in dipinti datati tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, ovvero in un periodo in cui i metodi di sintesi del pigmento giallo di cadmio non erano ancora stati perfezionati completamente.
Il team di ricerca
Le opere di Miró, dipinte negli anni ’70, risalgono a un periodo decisamente successivo. Pertanto, la collezione di Fundació Miró Mallorca rappresenta un caso di studio unico per comprendere il deterioramento di questa pittura, in una fase successiva della storia della produzione del pigmento giallo di cadmio.

Per scoprire la ragione di questo degrado, i conservatori si sono rivolti alla restauratrice Mar Gomez Lobon, la quale ha riunito un team internazionale che comprende le scienziate italiane Daniela Comelli e Marta Ghirardello del Politecnico di Milano e Francesca Caterina Izzo dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Il team ha analizzato nove campioni provenienti da dipinti, tubetti di pittura e tavolozze di Miró. Tecniche analitiche avanzate, come microscopia elettronica e spettroscopia infrarossa, hanno svelato la composizione chimica delle pitture e la struttura cristallina dei pigmenti. I risultati indicano che il giallo degradato proviene da tubetti di pittura del marchio francese Lucien Lefebvre-Foinet.
La bassa cristallinità del pigmento giallo di cadmio, associata all’alta reattività foto-chimica, è stata identificata come una delle principali cause del degrado. Il metodo di sintesi del pigmento, sconosciuto e privo di fonti storiche, ha contribuito alla vulnerabilità della pittura nel corso del tempo.
Condizioni ambientali di conservazione
Le condizioni ambientali di conservazione hanno giocato un ruolo significativo nel degrado del colore. I campioni provenienti da dipinti simili hanno mostrato livelli di degrado diversi e il colore meglio conservato proveniva da una tavolozza rimasta chiusa in un cassetto per 32 anni, al riparo dalla luce e da sbalzi di umidità.
La ricerca sottolinea l’importanza di controllare i parametri ambientali, come l’esposizione alla luce e l’umidità, per conservare il giallo di cadmio e opere d’arte simili. «Nei casi di superfici pittoriche molto degradate e pertanto fragili – spiega Francesca Caterina Izzo, dell’Università Ca’ Foscari Venezia – può aiutare la protezione con un vetro in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette, mentre meritano ulteriori studi soluzioni che prevedano l’applicazione di protettivi e consolidanti della pittura”.
Continuità della ricerca
La ricerca continuerà con studi sui colori del marchio Lucien Lefebvre-Foinet e su dipinti contenenti giallo di cadmio che, pur conservati in modo simile, non hanno mostrato segni di degrado simili. Questa indagine scientifica contribuisce non solo a comprendere il caso specifico di Miró, ma anche a migliorare le pratiche di conservazione per opere d’arte contenenti pigmenti sensibili nel corso del tempo.
Per ulteriori dettagli, consulta la ricerca pubblicata dalla rivista scientifica Heritage Science.
Link all’articolo scientifico.