VENEZIA – Si intitola “Il latte dei sogni” la prossima 59esima Biennale Arte, che si terrà a Venezia (Arsenale e Giardini) dal 23 aprile al 27 novembre 2022 (pre-apertura 20, 21 e 22 aprile).
Il titolo si ispira a un libro dell’artista surrealista Leonora Carrington (1917-2011), che negli anni Cinquanta in Messico immagina e illustra favole misteriose dapprima direttamente sui muri della sua casa, per poi raccoglierle in un libricino chiamato appunto “Il latte dei sogni”.
“Raccontate in uno stile onirico che pare terrorizzasse adulti e bambini – spiega Cecilia Alemani – le storie di Carrington immaginano un mondo libero e pieno di infinite possibilità, ma anche l’allegoria di un secolo che impone sull’identità una pressione intollerabile, forzando Carrington a vivere come un’esiliata, rinchiusa in ospedali psichiatrici, perenne oggetto di fascinazione e desiderio ma anche figura di rara forza e mistero, sempre in fuga dalle costrizioni di un’identità fissa e coerente”. “L’artista surrealista – aggiunge – descrive un mondo magico nel quale la vita è costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. La mostra propone un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano”.
Il progetto – ha inoltre sottolienato Alemani – “nasce dalle numerose conversazioni intercorse con molte artiste e artisti in questi ultimi mesi. Da questi dialoghi sono emerse con insistenza una serie di domande che non solo evocano questo preciso momento storico in cui la sopravvivenza stessa dell’umanità è minacciata, ma che riassumono molte altre questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Come sta cambiando la definizione di umano? Come si definisce la vita e quali sono le differenze che separano l’animale, il vegetale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, di altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi? La mostra si concentrerà in particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra individui e tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra”.
“Cecilia Alemani – commenta Cicutto – mette al centro del suo ‘viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano’ una serie di domande su questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Anche il titolo della 17esima Mostra Internazionale di Architettura curata da Hashim Sarkis è una domanda: ‘Come vivremo assieme?’ Due scelte frutto dei tempi correnti privi di certezze che caricano l’umanità di immense responsabilità. Oggi il punto di partenza della prossima Biennale d’Arte pare essere la reinvenzione di nuove e più sostenibili relazioni fra gli individui e tutto ciò che popola l’universo in cui viviamo. Non poteva esserci modo migliore per Cecilia Alemani di aprire nuove porte per le Biennali del futuro”.