TORINO – Nel cuore di Torino, tra i vicoli e le case basse del Borgo Vecchio Campidoglio, un museo a cielo aperto racconta trent’anni di arte e comunità: il MAU di Torino, Museo di Arte Urbana, un progetto nato per trasformare un quartiere in una galleria diffusa e in continua evoluzione. Dal 1995, le facciate, le serrande e persino le panchine del borgo si sono colorate grazie all’impegno di Edoardo Di Mauro e di un gruppo di visionari che, insieme agli abitanti, hanno creduto nel potere rigenerativo dell’arte.
Un museo senza pareti
Oggi il MAU ospita oltre 190 opere di 100 artisti italiani e internazionali, giovani talenti e nomi affermati. I murales, distribuiti su 4.000 metri quadrati, narrano storie che mescolano memoria, impegno sociale e bellezza. Simbolo del progetto è Canto Metropolitano di Mercurio Salvatore Lo Grasso, un’opera del 1995 che rappresenta una figura umana immersa in un tappeto di foglie. Tra i lavori più incisivi c’è anche Mosche di Sergio Ragalzi, che riflette sul fragile equilibrio tra uomo e natura.
Arte per raccontare e denunciare
Molte opere affrontano temi di grande rilevanza sociale. Un altro mondo possibile di Mono Carrasco, ad esempio, parla di razzismo, mentre la Madonna di Kobane di Diego Testolin denuncia il femminicidio. Le serrande di via Rocciamelone, dipinte da Masoudeh Miri, raccontano le storie delle donne afghane, trasformando l’arte in un potente strumento di sensibilizzazione.
Oltre i confini del quartiere
Dal 2014, il progetto è cresciuto oltre i confini del Borgo Vecchio Campidoglio, con oltre 60 interventi artistici in altre aree di Torino e della sua prima cintura, come Mirafiori Sud, Vallette e Nichelino. Ogni nuova opera testimonia il successo di un’idea nata dalla collaborazione tra artisti e comunità locali, con l’obiettivo di portare bellezza e riflessione ovunque.
Inoltre, il museo collabora con scuole, istituzioni e associazioni locali, rafforzando il legame tra arte e tessuto sociale. Grazie al prezioso contributo di Angelo Barile, Enzo Bersezio, Alberto Garino, Barbara Bordon, Alessandro Di Mauro e Roberto Mastroianni, sono state tante le opere murali realizzate, così come le collaborazioni avviate con diversi enti e varie istituzioni della città di Torino, come l’Associazione Commercianti ed Artigiani di via Luini, il Museo Diffuso della Resistenza, l’Accademia Albertina, Avvalorando, le Case di Quartiere di Torino.
Un aspetto centrale del MAU è l’attenzione alla sostenibilità: grazie alla collaborazione con Oikos, tutte le opere sono realizzate con vernici ecologiche.
Il MAU, insomma, si configura come un laboratorio di idee e un esempio di rigenerazione urbana che ha saputo coniugare creatività e partecipazione collettiva. Borgo Vecchio Campidoglio non è, dunque, solo un luogo da visitare, ma uno spazio da vivere, dove ogni murale è un invito a fermarsi e riflettere.
Per saperne di più: www.museoarteurbana.it