VENEZIA – Venezia si appresta ad accogliere un nuovo capolavoro d’eccezione per la rassegna Ospiti a Palazzo: Il molo verso Riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco (1735-1740) di Antonio Canaletto, meglio noto come Canaletto, uno dei più celebri vedutisti del Settecento.
Dal 27 marzo al 21 luglio 2024, questa straordinaria opera sarà esposta nella Quadreria di Palazzo Ducale a Venezia.
Ospiti a Palazzo
Inaugurata nel 2022 con l’esposizione del capolavoro Maria Maddalena in estasi di Artemisia Gentileschi, e proseguita lo scorso anno con L’ultimo Senato della Repubblica di Venezia, di Vittorio Emanuele Bressanin, la rassegna Ospiti a Palazzo presenta quest’anno un autore veneziano celebre in tutto il mondo. Conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco, il dipinto entrò a far parte delle collezioni pubbliche italiane soltanto in epoca recente, nel 1995, proveniente dalla collezione milanese del senatore Luigi Albertini.
Un’ode alla bellezza di Venezia
Realizzato tra il 1735 e il 1740, il dipinto raffigura uno degli scorci più amati e richiesti dagli aristocratici del Grand Tour: il Molo di San Marco, con la sua magnifica vista sul Bacino, la Riva degli Schiavoni e la suggestiva colonna di San Marco. La prospettiva impeccabile, la resa precisa delle architetture e la qualità della luce cristallina rendono questa veduta una vera e propria celebrazione della bellezza di Venezia.
“Oltre a configurarsi come uno degli scorci più fortunati della produzione di Canaletto – afferma Chiara Squarcina, Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici di Venezia – l’opera, con la sua storia, testimonia di quel legame della città con la comunità inglese, che soprattutto nel Settecento accorreva in gran numero a Venezia. Vedute che si qualificano come souvenir di lusso realizzati soprattutto per i giovani aristocratici che, concluso il proprio Grand Tour, prima di lasciare Venezia desideravano conservarne memoria visiva. Il dipinto delle collezioni pubbliche milanesi è infatti parte di una coppia raffigurante le vedute opposte del Bacino di san Marco acquistata da Thomas Osborne (1713-1789), quarto duca di Leeds.
La maestria di Canaletto
Canaletto, con la sua abilità tecnica e la sua sensibilità artistica, ha saputo cogliere l’essenza di Venezia, immortalandola in una scena vibrante di vita e di luce. La sua attenzione ai dettagli, dalla sagoma dei palazzi alle gondole che solcano l’acqua, crea un’atmosfera di magico realismo in grado di catturare l’immaginazione dello spettatore.
Come ricorda Francesca Tasso, Direttrice Area Musei del Castello, Musei Archeologici e Storici del Castello Sforzesco di Milano, sin dal Settecento Canaletto, attraverso le sue brulicanti vedute piene di luce e di vita, ha promosso l’immagine della città di Venezia in tutta Europa, contribuendo alla sua popolarità internazionale. Non è quindi un caso che i due grandi dipinti conservati nel Castello Sforzesco, “Il Molo verso la Riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco” e “Il Molo verso la Zecca con la colonna di San Teodoro” (chiusura trionfale del percorso della Pinacoteca), siano tra le opere più amate e fotografate dal pubblico. Il prestito e l’esposizione a Palazzo Ducale di Venezia della seconda veduta – dominata dalla mole del fastoso edificio in cui viene ospitata – saranno pertanto da considerarsi non solo un’occasione eccezionale per ammirare un capolavoro di Canaletto, ma anche testimonianza del saldo legame tra Milano e Venezia e i rispettivi musei, reso possibile dalla valorizzazione del proprio patrimonio culturale”.
Un confronto con Giambattista Tiepolo
Nella Quadreria di Palazzo Ducale, il dipinto di Canaletto dialoga con un’altra opera d’arte di eccezione: Nettuno offre a Venezia i doni del mare di Giambattista Tiepolo. I due artisti, pressoché coetanei, rappresentano due diverse anime della pittura veneziana del Settecento: Canaletto con la sua precisione lenticolare e Tiepolo con le sue visioni d’incanto. Accostare le loro opere permette di cogliere la ricchezza e la varietà della cultura artistica di quell’epoca.
Vademecum
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