BRESCIA – La città di Brescia si conferma pioniera nell’integrazione tra arte contemporanea e spazio urbano con l’arrivo di “YARDA”, l’ultimo progetto firmato da Joys, figura di spicco dell’arte urbana internazionale. Il Museo Metro Urban, primo nel suo genere in Italia, continua a trasformare il deposito della metro di Via Magnolini in un centro di creatività. L’opera di Joys aggiunge un nuovo capitolo al dialogo tra mobilità, patrimonio e linguaggi artistici contemporanei.
“YARDA”: un’opera su due “binari”
“YARDA” si sviluppa su due fronti. Da un lato, un treno d’arte decorato esternamente che porta l’arte in movimento attraverso la città. Dall’altro, un murale monumentale che reinterpreta le geometrie del deposito della metro. Entrambi gli interventi si caratterizzano per l’inconfondibile stile di Joys: geometrie precise, colori armoniosi e una fusione tra tradizione e innovazione. Il murale, arricchito da tonalità di verde, si integra perfettamente con l’ambiente circostante, trasformando lo spazio urbano in una tela.
Joys: dall’underground all’arte pubblica globale
Nato a Padova nel 1974, Cristian Bovo, conosciuto come Joys, è un artista urbano che ha saputo trasformare il linguaggio del lettering in una firma distintiva. Attivo fin dagli anni ‘90, Joys ha portato la sua arte dalle strade italiane a città come Shenzhen, Washington DC e Seoul, sviluppando uno stile tridimensionale che esplora l’equilibrio tra l’underground e l’arte istituzionale.
“YARDA” rappresenta una sintesi della sua poetica: un intervento che coniuga il gesto spontaneo del writer con la progettualità rigorosa dell’arte pubblica.
“Questo treno – ha dichiarato l’artista – che porta il mio segno stilistico combinato con una tecnica grafica digitale moderna, viaggia insieme al pubblico, diventando un’opera in movimento, fruibile da tutti.”
Il Museo Metro Urban di Brescia: un percorso in evoluzione
Il progetto del Metro Urban Museum è stato lanciato nel 2023 per celebrare i dieci anni della metropolitana bresciana e l’anno di Brescia Bergamo Capitale della Cultura. I primi interventi hanno visto protagonisti Luca Font con “Connessioni”, una vasta superficie murale di 400 mq, e Demsky con “Hypr Metrobot™”, ispirato ai videogiochi arcade.
Entrambe le opere hanno trasformato la metropolitana in una piattaforma d’arte pubblica innovativa, accessibile e sorprendente. Con l’arrivo di “YARDA”, il museo continua dunque a ridefinire il rapporto tra spazio pubblico e creatività.
L’arte come dialogo: il significato di “YARDA”
Il termine “yard”, nel gergo dei writer, indica uno spazio di creazione artistica, un luogo dove il segno diventa identità. Con la terminazione “A”, Joys lega il concetto alla cultura italiana, creando un ponte tra le radici storiche del graffitismo e le sue evoluzioni contemporanee. “YARDA” è, quindi, un invito a riscoprire l’arte urbana non solo come estetica, ma come mezzo per trasformare il paesaggio cittadino in un’esperienza condivisa.