FIRENZE – Sotto lo sguardo vigile dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, il Paesaggio di Leonardo da Vinci del 1473 è stato trasferito dagli Uffizi all’Opificio delle Pietre Dure per essere esaminato scientificamente con le metodologie più avanzate al fine di comprenderne meglio genesi e natura.
Il team dell’Opificio delle Pietre Dure è costituito da Letizia Montalbano, specializzata nei disegni e Roberto Bellucci, che ha già lavorato all’Adorazione dei Magi e curerà gli aspetti della diagnostica ottica, sotto la supervisione di Cecilia Frosinini e del soprintendente Marco Ciatti.
Al momento sono state svolte analisi di tipo ottico sul recto del disegno; in seguito le stesse indagini saranno adottate anche per il verso del foglio, dove è schizzata una figura umana.
Già le prime indagini effettuate hanno messo in luce due differenti stesure evidenziando un’area e alcuni dettagli che sono stati aggiunti in un secondo tempo alla prima versione dell’opera.
“Al momento – precisa Cecilia Frosinini – è stato evidenziato l’utilizzo di due materiali diversi nei tratti del disegno. Un inchiostro ferrogallico nero e un materiale carbonioso liquido, forse applicato con un pennello molto sottile, in particolare per costruire la formazione rocciosa centrale. Siamo riusciti ad evidenziare alcuni particolari e leggerli attraverso immagini ad altissima risoluzione, in luce diffusa e in infrarosso, individuando le due diverse fasi. È probabile che Leonardo sia ritornato sul disegno in un secondo momento, magari proprio dopo i suoi studi sulla geologia e sulle rocce”.
Alle osservazioni al microscopio seguiranno gli esami con la tecnica della fluorescenza dei raggi X (Xrf), che permetterà l’analisi delle componenti chimiche dei materiali utilizzati.
Commentando i primi risultati, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ha dichiarato: “Dei differenti inchiostri già si sapeva, ma la grande novità in questo caso è l’identificazione di due fasi nettamente distinte in cui Leonardo lavora al disegno 8P. Questo offre nuove certezze agli studi storico-artistici e aiuta a farci comprendere questa opera misteriosa. Infatti molto spesso il paesaggio viene interpretato come un’immagine geografica precisa, quasi che esso sia una specie di ‘fotografia’ di questa o di quella valle, di queste o di quelle montagne. Oggi si è invece scoperto un processo di realizzazione del disegno in due momenti successivi: questo sposta la bilancia verso le interpretazioni che ne sottolineano l’aspetto immaginativo e il carattere di speculazione intellettuale da parte dell’artista”.
Il Paesaggio sarà prossimamente protagonista di una mostra a Vinci per cinque settimane a partire dal 15 aprile per cinque settimane, poi dovrà tornare al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.
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