ASTI – La mostra attualmente in corso a Palazzo Mazzetti di Asti, intitolata La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta, a cura di Costantino D’Orazio, si arricchisce di un nuovo capolavoro di Caravaggio, a partire dal prossimo 6 febbraio. Si tratta del San Girolamo scrivente un meraviglioso olio su tela, datato intorno al 1606, prestato eccezionalmente dalla Galleria Borghese di Roma.
Il dipinto fu commissionato dal cardinale Scipione Borghese, collezionista all’epoca noto per la sua bramosia e avidità, ma anche per l’ammirazione nei confronti di Caravaggio. Il cardinale, nipote del papa, riuscì a ottenere diverse opere dal Merisi, tra cui altre quattro tele. La scelta di commissionare il San Girolamo a Caravaggio, fu motivata dal profilo intellettuale e spirituale del santo, al quale si deve, secondo la tradizione, la traduzione delle Sacre Scritture dal greco al latino.
Simbolismo nella composizione
Nel dipinto, San Girolamo è ritratto come un anziano umanista assorto nell’analisi della Bibbia. Come tipico nelle opere di Caravaggio, ogni elemento ha un significato simbolico. Il capo piegato di San Girolamo dialoga con il teschio sulla scrivania, un pezzo di natura morta eccezionale, che allude alla morte, dove la Parola di Dio ci accompagna con la certezza del paradiso. Anche la divisione della tela in cromie calde e fredde simboleggia il dialogo tra vita e morte, passato e presente.
Un’opera forse incompleta
Nonostante la magnificenza del dipinto, alcuni critici suggeriscono che l’opera possa non essere stata completata da Caravaggio. Una eventualità questa ipotizzata conseguentemente alla rapida esecuzione di alcuni dettagli e all’immediatezza della stesura del colore.
“Alla “Canestra di frutta” – dichiara il Presidente della Fondazione Asti Musei Mario Sacco– si aggiunge questa seconda tela di Caravaggio. Un’opera voluta per valorizzare maggiormente un grande artista quale è il Caravaggio in tutti i suoi aspetti e per la quale lavoriamo da tempo, convinti di raggiungere il risultato: avevamo infatti già compreso il San Girolamo nel catalogo dell’esposizione. Si tratta di un altro prestito straordinario, concesso dalla Galleria Borghese, istituzione unica al mondo anche perché le sue sale storiche conservano il maggior numero di tele di Michelangelo Merisi (sei). Il “San Girolamo” dipinto dal Caravaggio non è un’opera fuori tema, anzi, in questo quadro sono presenti tutti gli elementi della natura morta: i libri, il teschio, il panno bianco sono parte integrante della composizione che vuole sottolineare il dialogo tra la vita e la morte, passato e presente.”
Vademecum
Palazzo Mazzetti
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