ROMA – Trenta nomi, quasi tutti dimenticati. Trenta storie che hanno anticipato linguaggi, rotto convenzioni, fondato un cinema che ancora oggi non sappiamo raccontare per intero. All’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, fino al 28 settembre 2025, la mostra inVisibili. Le Pioniere del Cinema riscrive l’inizio della settima arte partendo da uno sguardo rimosso: quello femminile.
Non c’è nulla di riparativo o nostalgico in inVisibili. Al contrario: l’esposizione ha l’urgenza e la forza di una restituzione necessaria. Trenta tappe, ognuna dedicata a una cineasta vissuta tra gli albori del muto e la soglia degli anni Quaranta, compongono un mosaico complesso che interroga tanto la storia del cinema quanto il nostro sguardo su di essa.

Registe, produttrici, sceneggiatrici: protagoniste cancellate
Il nome più noto è quello di Elvira Notari, prima regista donna italiana, ma l’elenco si fa subito più denso: Giulia Cassini Rizzotto, Adriana Costamagna, Daisy Sylvan, Bianca Guidetti Conti, fino alle imprenditrici che fondarono case di produzione come la Bertini Film o la Dora Film. Insieme a loro, sceneggiatrici, montatrici, attrici e distributrici che hanno plasmato un cinema non ancora codificato, quando tutto era possibile e la linea tra avanguardia e industria non era ancora tracciata.
Molte affrontarono temi controversi, sfidando le convenzioni dell’epoca, e costruirono personaggi femminili che ancora oggi sorprendono per autonomia, consapevolezza e libertà. Non erano semplici presenze: erano mente, mano, voce. Un’artigianalità creativa che attraversava ogni fase della produzione, dalla scrittura al montaggio, dalla regia alla distribuzione.
Un archivio riaperto: film, riviste, sceneggiature, bozzetti
Il percorso espositivo si fonda su un importante lavoro di ricerca tra archivi storici, cineteche e collezioni private, da cui riemergono pellicole ritrovate, riviste d’epoca, sceneggiature annotate a mano, fotografie di set, costumi e bozzetti. Materiali che costituiscono prove documentarie dell’invisibilità imposta a intere generazioni di donne.
Grazie alla collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Cineteca di Bologna, la mostra assume una dimensione corale. L’Archivio Luce, con la sua imponente raccolta, permette di guardare il cinema da una soglia laterale, dove si muovono figure che il canone ha escluso, ma che ne sono parte fondativa.
Un gesto culturale che diventa riscrittura
Ad accompagnare l’esposizione, il catalogo edito da Mondadori Electa diventa a sua volta parte del progetto di riscrittura. Non solo per la mole di documentazione raccolta, ma per l’intervento di voci contemporanee – tra cui un inedito firmato da Margaret Mazzantini – che mettono in dialogo le pioniere con le questioni aperte di oggi.
Come ha ricordato Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, questo lavoro “ci restituisce non solo la bellezza delle grandi attrici del primo cinema italiano, ma racconta soprattutto il lavoro silenzioso e invisibile di tante donne che hanno contribuito alla nascita di un linguaggio cinematografico ancora oggi potentemente creativo ed evocativo, che merita di essere riportato in superficie ed essere consegnato alla memoria collettiva.”

Il cinema, quello che abbiamo studiato e celebrato, è stato a lungo una narrazione costruita su lacune sistemiche. inVisibili non colma solo un vuoto, lo rende evidente, lo illumina, lo interroga. E lo fa attraverso la forza delle immagini, ma soprattutto delle biografie. Perché queste donne non hanno solo fatto cinema: hanno costruito un immaginario, aperto possibilità, tracciato percorsi che attendono ancora di essere riconosciuti come parte della storia ufficiale.
Vademecum
“inVisibili. Le Pioniere del Cinema”
Istituto Centrale per la Grafica
Via della Stamperia, 6 – Roma
Dal 16 maggio al 28 settembre 2025
Aperto dal Martedì alla Domenica, dalle ore 10:00 alle 19:30