FERRARA – Dal 30 agosto, la mostra al Castello Estense di Ferrara dedicata a Arrigo Minerbi, dal titolo Arrigo Minerbi: il “vero ideale” tra liberty e classicismo, si arricchisce con un nuovo capolavoro: La Primavera di Galileo Chini (Firenze 1873 – 1956).
La retrospettiva dedicata allo scultore ferrarese amato da Gabriele d’Annunzio, offre un’analisi approfondita del suo contributo sia alla poetica secessionista che al classicismo.
La mostra, evidenziando il legame tra Chini e Minerbi, fa luce anche su Chini, artista poliedrico, coinvolto nella diffusione della raffinata pittura neobizantina di Gustav Klimt.
L’opera di Chini in mostra
Il capolavoro di Chini in esposizione, intitolato “La vita e l’animazione dei prati”, è un pannello alto 4 metri e largo 2, parte del ciclo della Primavera (1914), all’epoca destinato al padiglione centrale della XI Biennale di Venezia, che proviene dalla mostra “Klimt e l’arte italiana” al Mart di Rovereto (16 marzo – 27 agosto 2023).
La curatrice della mostra su Minerbi, Chiara Vorrasi, descrive il pannello di Chini come un’opera monumentale di grande valore decorativo e raffinatezza tecnica, celebrante la bellezza perpetua attraverso il potere creativo dell’arte.
Il pannello, con il motivo della cascata di vegetazione che fluisce su figure umane, è una delle più immersive riletture del secessionismo di Klimt. Minerbi, d’altro canto, offre una prospettiva simile attraverso la sua scultura in marmo intitolata “Lampada nuziale”. Questo accostamento permette di raccontare il legame profondo tra i due artisti.
«Le ricerche condotte in occasione della mostra – specifica Chiara Vorrasi – hanno appurato che Chini possedeva un calco in gesso di un celebre marmo di Minerbi, Mattino di primavera (1919), che decise di lasciare alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Questo pegno di stima tra artisti risaliva probabilmente alla fine degli anni dieci del Novecento, ma i due dovevano conoscersi da tempo».
Secondo la curatrice, Minerbi aveva probabilmente conosciuto Chini già all’inizio del secolo, quando si trasferisce dalla natia Ferrara a Firenze (1902) per studiare all’Accademia e lavorare come decoratore e ceramista: «Quasi certamente – aggiunge Vorrasi – Minerbi collabora con la manifattura di ceramiche diretta da Chini e presieduta dal conte ferrarese Vincenzo Giustiniani che il giovane scultore ben conosceva. A Ferrara si conservano testimonianze del loro lavoro in due edifici affiancati su Corso Cavour, Villa Melchiorri, capolavoro del liberty ferrarese decorato da Minerbi nel 1905, e Villa Amalia, che nel 1904 era stata ornata delle ceramiche chiniane».
Infine, conclude la curatrice, la produzione minerbiana del decennio successivo evidenzia continue tangenze con i fregi decorativi di Chini, come ben testimonia la citata Lampada nuziale. E ancora nel Pianto del fiore, altra opera in mostra a Ferrara realizzata nel 1922 dopo il trasferimento a Milano, si apprezzano analogie con i flessuosi nudi della Primavera di Chini.
La mostra Arrigo Minerbi: il “vero ideale” tra liberty e classicismo è visitabile fino al 26 dicembre 2023.
Vademecum
Arrigo Minerbi: il “vero ideale” tra liberty e classicismo
Ferrara, Castello Estense
8 luglio – 26 dicembre 2023
Da un’idea di
Vittorio Sgarbi
Orari di apertura
Dalle 10.00 alle 18.00, chiuso il martedì (la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Informazioni e biglietteria
0532 419180
castelloestense@comune.fe.it | www.castelloestense.it
Prenotazioni