ALESSANDRIA – Fino al 7 gennaio 2024, il Civico Museo Archeologico di Acqui Terme ospita la mostra Martini e Melotti. Un arco dello spirito, a cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto.
L’esposizione propone un inedito confronto tra Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) e Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986), due figure cardine della scultura italiana del Novecento.
Attraverso 57 opere, il percorso espositivo rivela la profonda sintonia che legò i due maestri, evidenziando le influenze della fede cristiana, dell’antichità classica e l’amore per la musica.
Il richiamo dello spirito
Il titolo della mostra, tratto dal volume La scultura lingua morta di Martini, esprime l’essenza della loro produzione artistica. Martini aspirava a essere uno strumento dell’arte stessa, un ponte tra materia e spirito. Questo richiamo allo spirito pervade le opere esposte, delineando un’esperienza unica per i visitatori.
La sintonia fra cristianità e antichità classica
Martini e Melotti condividono la capacità di reinterpretare le radici culturali della nostra civiltà. La fusione tra cristianità e antichità emerge chiaramente nelle opere di Martini, che spaziano dalla fascinazione per la classicità, come l’incantevole piastrella decorativa Icaro e la scultura bronzea Saffo, alla rievocazione dell’iconografia cristiana in opere come Figliuol Prodigo e Annunciazione.
La mitologia greca e l’immaginario cristiano di Melotti
Fausto Melotti, invece, esplora la mitologia greca attraverso opere come Demetra e Kore, mentre l’immaginario cristiano prende forma in creazioni come Madonna con Bambino, Annunciazione e la complessa composizione scultorea Lazzaro. Questa dualità permette di percepire l’eclettismo e la profondità del linguaggio artistico di Melotti.
Martini e il sogno musicale
Arturo Martini sognava di diventare musicista, un desiderio espresso attraverso la presentazione della prima edizione di Contemplazioni, un libro pubblicato nel 1918 e composto soltanto da piccoli rettangoli neri disposti su fogli bianchi, alfabeto indecifrabile e misterioso come uno spartito musicale.
Un’opera che testimonia la connessione intrinseca con il linguaggio musicale e il desiderio di esplorare nuove frontiere espressive.
Melotti e la trasformazione geometrica
La musica permea anche l’opera di Fausto Melotti, che, dopo gli studi di pianoforte, comincia a plasmare sfere, volumi di luce e linee in un ordine libero e aereo che rievoca l’andamento musicale. Opere come Tema e variazioni III e Contrappunto Piano. Ispirandosi alle costruzioni contrappuntistiche di Bach, Melotti crea uno spazio rigoroso dove le linee in movimento e i giochi di tensione e distensione nascono secondo un ordine insieme geometrico e astratto.
Spiega Paolo Repetto: “Fausto Melotti ha dimostrato che la geometria può diventare sentimento, l’astratto può farsi organico, e l’opaca materia può trasformarsi in ineffabile spirito secondo il più intimo desiderio di Arturo Martini”.
Legami con Acqui Terme
La mostra non solo celebra l’arte di Martini e Melotti, ma rievoca anche la loro relazione con Acqui Terme. Il legame con la famiglia Ottolenghi-Wedekind e la permanenza di opere significative in città testimoniano l’importanza di questo luogo nella narrazione artistica dei due maestri.
“Questa mostra sancisce il ritorno in città, dopo quasi quarant’anni, di alcune opere pensate e create per Acqui Terme” – spiega Fabrizio Malachin – “e offre l’opportunità di rievocare quel felice momento artistico rappresentato dal sodalizio fra Martini e la locale famiglia Ottolenghi-Wedekind”.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da GLI ORI, di 112 pagine, e da un ciclo di appuntamenti a cura di Alessandro Martini e Maurizio Francesconi.
Vademecum
Martini e Melotti. Un arco dello spirito
a cura di Fabrizio Malachin e Paolo Repetto
7 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024
Civico Museo Archeologico di Acqui Terme
Castello Dei Paleologi
Via Ottavio Morelli 2, Acqui Terme (AL )