MILANO – La Casa degli Artisti di Milano, dopo un percorso di riqualificazione, riapre a 110 anni dalla sua nascita e sarà gestita da ATS, vincitrice del bando di gara. L’ATS è composta da cinque associazioni, cinque realtà che si sono incontrate sulla base di una visione comune e hanno dato vita a un gruppo di lavoro capace di intrecciare risorse, competenze e connessioni.
Un gruppo di lavoro, composto da artisti, organizzatori culturali, formatori, architetti, galleristi, cittadini, 11 persone con conoscenze puntuali del panorama culturale cittadino, italiano e internazionale: Valentina Kastlunger e Valentina Picariello di ZONA K, Giulia Restifo di That’s Contemporary, Christian Gancitano di Atelier Spazio XPO’, Matteo Bianchi, Mattia Bosco, Mariavera Chiari, Francesco Piccolomini, Lorenzo Vatalaro di NIC, Susanna Ravelli di Centro Itard Lombardia e Lorenzo Castellini di Future Fond che ha contribuito fin dall’inizio al disegno del progetto di gestione, pur come partner esterno.
La Casa degli Artisti rappresenta un bene prezioso che viene dunque restituito alla città e al mondo artistico. Un luogo di incontro, riflessione e creazione con sguardo interdisciplinare e internazionale che vuole porre al centro della sua attività lo studio e il lavoro, sostenendo la pratica di artisti nell’ambito delle arti visive, performative, sonore, digitali, applicate, del cinema, della fotografia, della letteratura e del pensiero. Un luogo per promuovere la ricerca, la formazione e la produzione; per sviluppare la dimensione personale e corale del lavoro; per produrre progetti culturali rivolti ad un pubblico il più ampio possibile. Un luogo che lavori sulla sfera pubblica e sullo spazio urbano, grazie anche allo scambio tra i diversi attori dell’arte, della società e dell’impresa.
Cardine dell’attività della Casa è l’ospitalità degli artisti in residenza.
Il programma di residenza, senza vincoli di età e nazionalità, offre agli artisti: spazi di lavoro, supporto produttivo, tecnico e organizzativo per lo sviluppo e la realizzazione di progetti; mette a disposizione degli artisti un network di artigiani, aziende, istituzioni, collezionisti; promuove il loro lavoro attraverso studio visit, mostre personali e collettive, eventi performativi, talk, edizioni.
Al programma si può accedere su invito e attraverso open call per un periodo che può variare da 3 a 12 mesi, in funzione delle necessità progettuali. L’accesso su invito corrisponde alla vocazione curatoriale e critica di Casa degli Artisti, mentre su open call corrisponde alla vocazione di accoglienza e apertura.
Casa degli Artisti offre inoltre un programma culturale annuale a carattere multidisciplinare che si svolge sia all’interno della struttura sia nello spazio pubblico.
Obiettivo della Casa degli Artisti è la creazione di un network con altri centri di residenza italiani e internazionali, in modo da garantire uno scambio continuo di opportunità e visioni. La ricerca di un rapporto attivo e costante con il mondo imprenditoriale interessato all’arte, con aziende alla ricerca di progetti innovativi, con gallerie e collezionisti, con artigiani e laboratori tecnici, garantisce la sostenibilità necessaria.
Tra le relazioni già attivate si segnalano: Studio Danovi professionisti associati, Orbis Tertius, Clac, LifeGate, Atlantis Company, LittleSea, A+M bookstore/Printville.
Un po’ di storia dell’edificio
Casa degli Artisti nasce nel 1909 su iniziativa dei Fratelli Bogani, mecenati innamorati dell’arte, per ospitare laboratori e atelier. Fin dai primi anni vede un’intensa frequentazione di artisti di varie discipline. Dopo le alterne vicende storiche della prima metà del Novecento, nel secondo dopoguerra, riprende l’attività artistica nella Casa – divenuta nel frattempo di proprietà del Comune di Milano.
Alla fine degli anni Settanta, la presenza di artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna danno nuovo slancio artistico, con mostre collettive dedicate a giovani artisti emergenti, relazioni con altri spazi no profit della città e il restauro de “I bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico del 1994.
Dal 1988 una parte del piano terra viene occupata dal Csoa Garibaldi, mentre in altri spazi della Casa continuano ad operare gruppi di artisti, artigiani e liutai. Nel 2007 la Casa viene sgomberata e quindi messa in sicurezza a causa delle condizioni di precarietà strutturale in cui versava.
Nel 2015 inizia il percorso di riqualificazione dell’edificio grazie al Municipio 1. La ristrutturazione è effettuata da La Ducale SpA, società del Gruppo Tecnocasa.In seguito l’immobiliare aggiunge un’importante donazione che consente di portare a termine i lavori e rende possibile la consegna dell’edificio al vincitore del Bando, pronto per l’uso.
Il progetto è di Arassociati Studio di Architettura; la direzione lavori e il completamento degli spazi interni è curato dagli Architetti Aldo Fontana e Tanja Bekjarova, come progettisti e tecnici de La Ducale SpA.
Su indicazioni della Soprintendenza, il recupero della Casa ha visto un intervento più consistente sulle facciate esterne e un approccio più filologico negli interni, dove sono stati mantenuti i mattoni a vista e le originali strutture in cemento armato, uno dei primi casi di utilizzo di tale tecnica in Italia.
Il piano terra è destinato a zona espositiva, con uno spazio dedicato alla ristorazione, mentre il primo e secondo piano, suddivisi in 11 atelier modulabili, ospiteranno gli artisti in residenza. Completa la struttura un piano interrato, che sarà adibito a deposito/servizi.