FERRARA – Un confronto tra due maestri della bellezza e del fascino femminile a Palazzo dei Diamanti. I capolavori di Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, interpreti indiscussi dell‘arte europea tra Ottocento e Novecento, saranno al centro di una mostra a primavera 2025.
Il mondo seducente di Mucha: l’arte come promessa di bellezza
Alphonse Mucha (Ivancice, 1860 – Praga, 1939): il suo nome è indissolubilmente legato all’Art Nouveau, movimento che plasmò la Parigi fin de siècle. Con il suo stile riconoscibile – curve sinuose, figure femminili eteree e dettagli decorativi – Mucha trasformò i manifesti pubblicitari in vere e proprie opere d’arte. Lavori come Gismonda (1894), la serie Le stagioni (1896) e Médée (1898) rivelano la sua capacità di elevare il quotidiano al sublime.
Ma Mucha non si fermò all’arte applicata. Pittore, disegnatore, fotografo e persino designer di gioielli, era convinto che la bellezza fosse uno strumento capace di migliorare il mondo. L’esposizione, curata da Sarah e John Mucha e realizzata in collaborazione con la Mucha Foundation, ripercorre la sua produzione poliedrica: un percorso che è allo stesso tempo biografico e stilistico, capace di restituire la visione utopica di un artista che, nel 1904, venne celebrato dalla stampa americana come «il più grande artista decorativo del mondo».
Boldini: la velocità della modernità e il fascino femminile
Accanto alla morbida armonia di Mucha, le pennellate vibranti di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) porteranno in mostra un’energia del tutto diversa. Boldini, celebre ritrattista della Belle Époque, fu il cronista prediletto di un’alta società in trasformazione. Le sue donne, protagoniste assolute delle tele, incarnano il dinamismo della modernità: figure che sembrano vivere e muoversi grazie a una pennellata rapida, sicura e al tempo stesso controllata.
La mostra ospiterà dipinti e studi provenienti dal Museo Giovanni Boldini, raccolta che tornerà visitabile nel 2026 con la riapertura del complesso ferrarese di Palazzo Massari. Tra le opere esposte spiccheranno capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco d’artificio (c. 1890), insieme a schizzi e ritratti che rivelano l’immediatezza creativa dell’artista: un’abilità quasi fotografica nel catturare pose e movimenti fugaci per trasformarli in immagini di irresistibile eleganza.
Quello tra Mucha e Boldini a Palazzo dei Diamanti sarà un racconto parallelo di come l’arte abbia saputo interpretare, con linguaggi diversi, il fascino del femminile e l’energia di un’epoca in cambiamento.