Che cosa accade quando un museo si trasforma in un gioco, un teatrino portatile o una storia da sfogliare in salotto? Accade che il sapere cambia forma, e l’esperienza museale si apre davvero a tutti, anche a chi non può varcare fisicamente le soglie di un’istituzione culturale. È questa la sfida – e al tempo stesso la visione – del progetto TOMATO, The Original Museum Available To Overall, che a Venezia coinvolge il Museo d’Arte Orientale Venezia (MaoVe) con un kit educativo e una app che proiettano il museo ben oltre i suoi spazi fisici.
Un kit per giocare con l’arte
Dopo il video realizzato nel 2023 da TeenSocialRadio, girato tra le vetrine del museo e pensato per i più giovani, il progetto TOMATO compie un passo in avanti nella direzione dell’accessibilità culturale. Il nuovo kit ludico-educativo sviluppato da Gruppo Pleiadi con la collaborazione dello staff del Museo, condensa l’intera collezione del Mao in una scatola di cartone da cui scaturiscono storie, personaggi, memorie e immaginazione. Non si tratta soltanto di un supporto didattico, ma di una vera esperienza immersiva da vivere in famiglia o in classe.
All’interno del kit:
- la storia illustrata di Monk Fu, una scimmietta coraggiosa che guida grandi e piccoli in un viaggio tra culture e oggetti del museo,
- un butai da kamishibai con la narrazione di Momotarō,
- uno story memory per stimolare la fantasia nella costruzione di nuove storie,
- e infine una scimmietta di carta o stoffa da vestire, per apprendere anche con il tatto e il gesto.
Il tutto accompagnato da una applicazione digitale che replica l’esperienza in forma virtuale, per accedere ai contenuti del museo anche da casa.
Un museo per tutte e tutti
“Il Museo deve essere un luogo per tutti – afferma la direttrice Marta Boscolo Marchi – dove acquisire informazioni divertendosi“. La partecipazione attiva, l’apprendimento attraverso il gioco, la peer education e la contaminazione tra analogico e digitale si rivelano, in questo contesto, strumenti capaci di trasformare il museo in un’esperienza inclusiva, concreta, memorabile.
TOMATO nasce con questo obiettivo: abbattere le barriere che separano i luoghi della cultura da chi, per ragioni fisiche, economiche o sociali, rischia di restarne escluso. Dai bambini nello spettro autistico a quelli con difficoltà motorie, fino a chi vive lontano dalle grandi città o non può permettersi una visita museale: il kit diventa un ponte tra l’istituzione e le case, tra il patrimonio e chi lo abiterà in futuro.
Un progetto europeo, un cuore veneto
Finanziato dalla Commissione europea nell’ambito di Creative Europe, TOMATO coinvolge tredici partner in otto Paesi (tra cui Italia, Grecia, Belgio, Slovenia e Romania), con un coordinamento centrale in Veneto grazie al lavoro di Gruppo Pleiadi, Venetian Cluster, la Regione Veneto e la Direzione regionale musei Veneto.
“Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo traguardo“, sottolinea Alessio Scaboro, direttore creativo di TOMATO per Pleiadi. “Questo kit rappresenta una rivoluzione nella mediazione culturale: unisce il digitale all’analogico, il gioco alla scoperta, e crea un filo diretto tra i musei europei e i cittadini“. Un’innovazione, aggiunge, che potrà stimolare la curiosità e la passione per la cultura nelle nuove generazioni, alimentando una comunità europea più consapevole e partecipe del proprio patrimonio.
Dal museo alla scuola, e ritorno
A Venezia, il progetto ha preso corpo anche all’interno della scuola: una collaborazione tra il Museo e la Scuola Primaria Diaz dell’Istituto Comprensivo Morosini ha portato il kit tra i banchi, dimostrando quanto possa essere versatile lo strumento nel contesto educativo. In parallelo, la fase finale del progetto prevede test internazionali con bambini provenienti da più Paesi, per valutare l’efficacia del kit e della app nella trasmissione dei contenuti museali.