ROMA – È grazie a un complesso progetto di illuminazione, manutenzione e restauro, a cura della Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, realizzata con il contributo de Il Gioco del Lotto, che la Tomba di Giulio II di Michelangelo in San Pietro in Vincoli, di cui da parte la celebre statua di Mosé, è tornata a risplendere di una nuova luce.
Il lavoro è consistito in due fasi, una riguardante il restauro vero e proprio, affidato dalla soprintendenza ad Antonio Forcellino, che aveva già curato i avori di pulitura che si sono svolti nel 2001, e l’altra nella realizzazione di una nuova illuminazione finalizzata a restituire le condizioni in cui la Tomba venne realizzata nel XVI secolo. Questo lavoro è stato affidato a Mario Nanni.
Il monumento é stato dunque pulito e restaurato, recuperando gli splendidi colori del marmo di Carrara, senza però intaccare la naturale patina del tempo. Durante le fasi che hanno preceduto gli interventi è stata fatta inoltre una interessante scoperta. Una delle statue che compongono l’opera la ‘Vita attiva’ trova il suo modello in un affresco di San Silvestro al Quirinale. Si tratta di un caso unico nell’arte di Michelangelo che apre quindi un nuovo capitolo nell’interpretazione del Mosé e dell’intera tomba di Giulio II.
Per quel che concerne l’illuminazione è intervenuto, come già accennato, Mario Nanni che é uno dei più grandi designer italiani in questo campo.
Come spiegato dal Soprintendente per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti: “non si é trattato soltanto di studiare le connessioni migliori, ottimali per la luce sulla statua di Mosè. Ma si é trattato di fare una ricerca storica sul mutare delle connessioni di illuminazione di questa opera, avvenuta nei secoli, a seguito di una quantità di modifiche che sono intervenute sulle fonti di luce. Il lavoro di Mario Nanni tende a ricostruire la connessione di illuminazione originaria, che é stata quella che poi ha motivato le scelte dell’autore, di Michelangelo, sulla composizione e sull’assetto delle sue sculture”.
L’impianto é stato realizzato con tecniche informatiche e lampade a led di Viabizzuno, in grado di restituire i colori e l’intensità della luce di Roma nella zona di San Pietro in Vincoli.
Nanni ha infatti sottolineato: ”Il progetto parte dal presupposto che io dovevo illuminare un’opera dove l’ombra é fondamentale. Quindi sono entrato, ho letto e osservato attentamente la luce che entra dentro la chiesa da est da ovest, ho notato questa finestra chiusa, che appunto nell’800 si é chiusa alla destra del Michelangelo, e ho riprodotto una luce che si divide in 4 grandi tempi: aurora alba, mezzogiorno, tramonto e crepuscolo. Quindi ho dato gli arancioni dell’aurora, i toni più caldi dell’alba. Per fare questo ho utilizzato un software molto importante che mi permette di controllare attentamente la luce, e che pur con questa variazioni di colore, mantiene integra e fedele esattamente come luce del sole fa, la resa cromatica del marmo”.
Infine Fabio Cairoli, presidente ed Ad di Lottomatica ha dichiarato: “Ci siamo messi al servizio di questa opera. La nostra azienda ha da sempre scelto di fare della responsabilità sociale uno dei suoi valori d’impresa cercando di tradurlo in iniziative concrete come questa”.