Nel 2024, i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno intercettato e bloccato oltre 2.800 opere d’arte contraffatte, che, se immesse sul mercato come autentiche, avrebbero generato profitti per oltre 310 milioni di euro. Un dato che rivela l’enorme portata economica dell’arte falsa e l’efficacia di un’unità investigativa unica nel suo genere a livello mondiale.
Dietro un apparente mercato di opere contemporanee, oggetti antiquariali e reperti archeologici, si nasconde un sistema sempre più ramificato e professionale. Il report Attività Operativa 2024 del Comando Carabinieri TPC — il reparto dell’Arma specializzato nella tutela dei beni culturali, attivo dal 1969 — restituisce una fotografia precisa, aggiornata e inquietante dell’illecito commerciale legato al patrimonio artistico.
Il peso della contraffazione nell’arte contemporanea
Dei 2.804 beni falsi sequestrati, 2.763 riguardano opere d’arte contemporanea. Tra queste, spicca l’operazione “Cariatide”, condotta dal Nucleo TPC di Roma con il coordinamento della Procura di Pisa, che ha portato al sequestro di 532 falsi riconducibili ad artisti come Banksy, Warhol, Carrà e Fantuzzi, per un valore potenziale di 80 milioni di euro. Un sistema che coinvolgeva falsari, rivenditori e complici operanti in tutta Italia, con 17 persone denunciate.
Il fenomeno della falsificazione, tuttavia, si estende ben oltre il solo contemporaneo. Gli oggetti sequestrati comprendono anche 23 reperti archeologici e paleontologici e 18 beni antiquariali, archivistici e librari, a dimostrazione di una pluralità di mercati paralleli, tutti ugualmente vulnerabili alle pratiche fraudolente.

Prevenzione e tecnologia al servizio dei beni culturali
Nel 2024, il Comando ha recuperato 80.437 beni culturali, per un valore stimato superiore ai 129 milioni di euro, con un incremento significativo in tutte le aree di competenza. Particolarmente rilevanti sono i numeri nel settore archeologico: 44.308 reperti recuperati, di cui oltre 19.000 integri.
A potenziare le attività di contrasto è stato anche l’impiego di S.W.O.A.D.S. (Stolen Works Of Art Detection System), un sistema che sfrutta l’intelligenza artificiale per monitorare web, deep web e social media, e che ha già consentito il ritrovamento di 63 opere d’arte provento di reato. Al suo fianco, prende forma nel 2024 anche SWOADSnet, il progetto che mira a un coordinamento europeo per la condivisione di dati e metadati relativi a opere d’arte sospette.
Controlli diffusi e risultati concreti
Il rafforzamento dei controlli territoriali ha visto un aumento degli interventi su musei, aree archeologiche, mercati antiquariali e siti sottoposti a vincolo paesaggistico. Solo nel settore del commercio antiquariale e librario, sono stati controllati 3.011 esercizi e recuperati 30.426 beni, tra cui 26.138 documenti archivistici e bibliografici, 656 dipinti e 718 beni filatelici.
L’attività investigativa ha portato al deferimento di 1.356 individui, 2 arresti, 3 associazioni criminali smantellate e 505 perquisizioni. Particolarmente significativo l’aumento delle segnalazioni per il reato di contraffazione, con 126 soggetti denunciati, in crescita del 15,5% rispetto al 2023.
La dimensione internazionale
Nel 2024, 882 beni culturali e un intero corredo funerario sono stati rimpatriati da musei e collezioni private estere. Tra questi spiccano oggetti attribuiti a celebri ceramografi dell’antica Grecia come il Pittore di Makron e Hieron, il Pittore di Edimburgo e il Pittore di Leagros, localizzati negli Stati Uniti. In senso inverso, l’Italia ha restituito 550 beni culturali a Paesi esteri, tra cui Colombia, Ecuador, Guatemala, Iraq, Messico e Canada.
Una restituzione simbolica è quella del celebre ritratto di Sir Winston Churchill scattato da Yousuf Karsh, trafugato in Canada e rinvenuto in Italia nel 2022, oggi restituito al Paese d’origine.