OXFORD – Una straordinaria esposizione di 200 oggetti provenienti dai mari della Sicilia, in gran parte oggetto delle ricerche della Soprintendenza del Mare, che danno l’idea del grande ruolo che l’isola ebbe nel corso dei secoli dalla preistoria fino al periodo bizantino, come ha spiegato il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, ideatore della mostra. “È per me e per i miei collaboratori che hanno ideato e curato la mostra un grande successo che dimostra l’autorevolezza e l’importanza che l’attività svolta finora nel campo della ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale sommerso dei mari siciliani e delle isole limitrofe ha ricevuto al livello internazionale. – Ha sottolineato il soprintendente – Al contempo rappresenta per noi una grande soddisfazione poiché finalmente il nome della Sicilia viene associato alla rilevanza storica del suo ruolo mediterraneo in un periodo critico per la sua sopravvivenza. Siamo anche orgogliosi poiché siamo di fronte ad una mostra ideata e organizzata da noi anche se realizzata con le risorse dei musei ospitanti. Erano anni che la Sicilia aveva soltanto la funzione di “ente prestatore di opere d’arte” per mostre ideate da altri. Con la Soprintendenza del Mare la situazione si è ribaltata”.
La mostra racconta dunque la straordinaria storia dell’isola, crocevia del Mediterraneo, attraverso le scoperte dell’archeologia subacquea. D’altra parte la ricchezza culturale dell’isola è ben nota e riconosciuta. Qui si sono avvicendate civiltà e popoli, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni, che hanno determinato la grande e variegata ricchezza culturale e artistica di questa straordinaria isola.
In esposizione ci sono reperti recuperati dai fondali marini, grazie sia a ritrovamenti fortuiti che a scavi programmati: dai rostri navali un tempo montati sulle prue delle navi, alle parti marmoree di una chiesa bizantina montabile.
Dopo Oxford la prestigiosa esposizione arriverà a Palermo e successivamente verrà presentata a Copenhagen e Bonn.