NAPOLI – Un frammento di memoria scolpito nella pietra: così si presenta il rilievo funerario emerso nel corso della più recente campagna di scavi presso la necropoli di Porta Sarno, a Pompei. Un uomo e una donna, rappresentati a grandezza quasi naturale, appaiono oggi come testimoni silenziosi di un’epoca in cui il culto dei morti si intrecciava con la rappresentazione pubblica dell’identità e dello status sociale.
Il ritrovamento, avvenuto nell’ambito del progetto di ricerca “Investigating the Archaeology of Death in Pompeii”, condotto dall’Universitat de València in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e sotto la direzione scientifica del professor Llorenç Alapont, si inserisce in una delle aree meno indagate del sito, quella esterna alle mura urbane, esplorata a partire dal luglio 2024.
Un monumento funerario fuori le mura e una figura femminile forse sacerdotale
La scoperta riporta alla luce non soltanto un monumento funerario monumentale, ma anche un’eco di relazioni, ruoli e rituali che animavano il paesaggio extramurale della città romana. Le due figure scolpite in alto rilievo, recentemente trasferite alla Palestra Grande per il restauro, sono destinate a occupare un posto centrale nella mostra “Essere donna nell’antica Pompei”, che sarà inaugurata il 16 aprile. Il restauro sarà visibile al pubblico durante l’esposizione, rendendo trasparente il processo di cura e riscoperta che accompagna ogni ritrovamento archeologico.
Già negli scavi condotti nel 1998 nella medesima area — all’epoca interessata dai lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Circumvesuviana — erano state identificate oltre cinquanta sepolture a cremazione, segnate da stele e monumenti ad arco. Ma è con le recenti indagini che si è potuta delineare la presenza di una tomba monumentale costruita attorno a un muro con nicchie, sormontato dal rilievo della coppia, probabilmente di coniugi.
Elementi iconografici scolpiti accanto alla figura femminile suggeriscono una sua possibile identificazione come sacerdotessa di Cerere, ipotesi che apre ulteriori interrogativi sul ruolo pubblico e cultuale delle donne nella Pompei tardo-repubblicana.
La qualità arcaica dell’intaglio e il contesto storico
Lo stile delle sculture, la qualità incisiva dell’intaglio e le loro caratteristiche arcaiche collocano l’opera in una cronologia che risale agli ultimi decenni della Repubblica romana. In un momento storico di forti tensioni politiche e trasformazioni sociali, questa rappresentazione tombale sembra farsi carico di un bisogno di permanenza e legittimazione, forse anche di rivendicazione del proprio posto nella storia.
«Questa campagna è un’occasione preziosa per ampliare le ricerche e le attività di valorizzazione nell’area fuori le mura di Pompei – sottolinea il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Grazie alla collaborazione con l’Università di Valencia, a cui dobbiamo anche la scoperta alcuni anni fa della Tomba di Marco Venerio Secundio nella stessa area, è stato possibile lavorare a un progetto multidisciplinare che ha visto nelle varie fasi il coinvolgimento di diverse professionalità tra i quali archeologi, architetti, restauratori, antropologi».