SANTA SEVERA – La D.M.O. ETRUSKEY – che per il proprio lancio ha scelto la sede del Castello di Santa Severa, artisticamente restaurato e turisticamente seduttivo, perla incastonata su un promontorio marino – è l’acronimo di Destination Management Organization dell’Alto Lazio, rete che si riconosce nell’eredità culturale degli Etruschi con il progetto di rilanciarne il territorio. Necropoli, monumenti e musei, tradizioni millenarie e stili di vita, eventi di forte richiamo internazionale, feste per celebrare storiche tradizioni e prodotti tipici. Civiltà antiche, borghi, castelli, fiumi e boschi incontaminati, delineano la D.M.O. Etruskey come catalizzatore turistico di arte e cultura. La proposta coinvolge 12 Comuni e 31 soggetti privati, da un territorio di 1.300 Km di estensione e con 191.000 abitanti, con un sito UNESCO e un porto internazionale. Per illustrare la D.M.O. ETRUSKEY sono intervenuti Valentina Corrado, Assessore al Turismo, Enti Locali, Sicurezza Urbana, Polizia Locale e Semplificazione Amministrativa della Regione Lazio; Letizia Casuccio, presidente della neonata Associazione DMO ETRUSKEY; Stefano Landi, Destination Manager della DMO ETRUSKEY; Maria Elena Rossi – Direttore Marketing e Promozione ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo.
Spiega Valentina Corrado Assessore al Turismo della Regione Lazio: “Il progetto della DMO ETRUSKEY rientra nella strategia promozionale della destinazione Lazio che, come Regione, abbiamo avviato secondo una linea programmatica capace di far leva sui fattori attrattivi e identificativi del nostro territorio, di avviare un dialogo produttivo tra entità pubbliche e private, di offrire ai turisti esperienze uniche e personalizzate che incidono sulla qualità della nostra offerta turistica”. Stefano Landi, Destination Manager della DMO ETRUSKEY ha detto: “Le caratteristiche morfologiche, territoriali, e demografiche della D.M.O. rendono evidente la necessità di valorizzare i piccoli e piccolissimi borghi accanto ad altre realtà territoriali di forte valenza turistica, quali il sito U.N.E.S.C.O. delle Necropoli di Cerveteri e Tarquinia (ndr. la Necropoli di Tarquinia è stata, nell’anno 2020, il sito culturale più visitato del territorio), ma anche il sito di Vulci a Montalto di Castro“.
Quattro i temiche guidano l’indirizzo della DMO Etruskey: – Turismo Culturale e Identitario: arte, storia e cultura – Turismo Outdoor: cammini, sport, educazione ambientale, cicloturismo – Salute, Enogastronomia, Turismo Rurale: terme, raccolti e tradizione dei butteri – Eventi Culturali e Artistici: musica, teatro, letteratura, feste e tradizioni. I punti di forza: valorizzazione reciproca tra grandi e piccole realtà, le proposte di turismo esperienziale, la formazione dell’accoglienza, l’attenzione particolare all’accessibilità del pubblico disabile e fragile. Una piattaforma di commercializzazione garantirà la più completa narrazione e la migliore redditività dell’offerta territoriale.
Esperienza tangibile del progetto della DMO Etruskey è stata la visita al Castello di Santa Severa. Chi ci fosse già stato, tornando resterà affascinato dal restauro sapiente, nel rispetto della sua storia, architettura e arte.
La prima documentazione scritta sul Castello risale al 1068 quando fu donato dal conte Gerardo di Galeria all’Abbazia di Farfa poi passato nel 1130, sotto papa Anacleto II, ai confratelli di San Paolo e nel 1482 all’Ordine del Santo Spirito che ne fu proprietario per cinquecento anni, fino al 1980.
La struttura del Castello, come la conosciamo oggi, si ha solo nel XIV secolo, quando la pianta rettangolare con torri angolari era circondata da un fossato. Un ponte di legno collegava il complesso alla imponente fortificazione cilindrica, il Maschio, anticamente chiamata la Torre del Castello o Saracena. La struttura oggi visibile si può considerare l’erede di una primitiva torre inserita nel sistema difensivo del litorale laziale, voluto da papa Leone IV alla metà del IX secolo, contro le scorrerie dei Saraceni. Oggi è visibile nella struttura del XII secolo con aggiunte di epoca rinascimentale. Tra il XV e il XVI secolo prende vita il Borgo, sotto l’egida di Santo Spirito, di cui è ben visibile lo stemma, ossia la croce patriarcale.

Dopo un lungo periodo di decadenza, il Castello fu utilizzato anche dai tedeschi come base strategica nel corso del secondo conflitto mondiale. La Regione Lazio, dal 2014 ne ha voluto la riapertura estiva, per far conoscere questo straordinario patrimonio sospeso tra leggenda e realtà. Dall’aprile del 2017 il Castello baciato dal mare è sempre aperto e ha iniziato un nuovo percorso storico, artistico e culturale, grazie anche alla realizzazione di un ostello per giovani e famiglie.