ROMA – Durante i lavori di scavo e delocalizzazione della fullonica, nel cantiere per il sottopasso di piazza Pia a Roma, sono emersi i resti di un’opera di sistemazione a giardino, risalente all’epoca dell’imperatore Caligola. Si tratta di una scoperta di grande importanza, che permette di gettare nuova luce sulla vita e sui luoghi di potere di uno degli imperatori più controversi della storia romana.
Un giardino affacciato sul Tevere
La struttura rinvenuta consiste in un muro in opera quadrata di travertino di terrazzamento della riva del fiume. Dietro a questo muro, si trovava un portico colonnato, di cui restano le fondazioni, e un’ampia area adibita a giardino. Lo scavo, condotto dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, coordinato sul campo dall’archeologa Dora Cirone con la direzione scientifica di Alessio De Cristofaro, ha permesso di identificare tre fasi edilizie distinte che si sono susseguite tra l’età di Augusto e quella di Nerone.
L’identificazione grazie a un tubo di piombo
Un elemento chiave per l’identificazione del sito è stato il ritrovamento di un tubo di piombo per l’acqua (fistula plumbea), recante il timbro del proprietario della fornitura e, dunque, del giardino. L’iscrizione sul tubo riporta il nome di “C(ai) Cæsaris Aug(usti) Germanici”, ovvero Caligola, figlio di Germanico e Agrippina Maggiore e imperatore dal 37 al 41 d.C.
Un riscontro nelle fonti letterarie
Il ritrovamento archeologico trova un interessante riscontro anche nelle fonti letterarie antiche. In particolare, un passo dell’Ambasceria a Gaio (Legatio ad Gaium) di Filone di Alessandria, storico ebreo di Alessandria d’Egitto, racconta di come Caligola avesse ricevuto un’ambasceria di ebrei alessandrini proprio negli Horti di Agrippina, in un vasto giardino affacciato sul Tevere. La descrizione di Filone combacia in modo sorprendente con i resti rinvenuti a piazza Pia, suggerendo che questo sia proprio il luogo dell’incontro tra l’imperatore e la delegazione ebraica.
Un’ulteriore conferma storica
L’iscrizione sulla fistula assume un’ulteriore importanza storica perché conferma che lo scavo di piazza Pia si trova all’interno degli Horti di Agrippina Maggiore, madre di Caligola. Sempre da questa zona, provengono altri tubi in piombo iscritti con il nome di Iulia Augusta, ovvero Livia Drusilla, seconda moglie di Augusto e nonna di Germanico. Questo fa ipotizzare che la lussuosa residenza sia passata in eredità a Germanico e poi, alla sua morte, alla moglie Agrippina e al figlio Caligola.
Lastre Campana e nuove prospettive di ricerca
Lo scavo ha inoltre portato alla luce una serie di Lastre Campana, ovvero terrecotte figurate decorate con scene mitologiche, che venivano utilizzate per la copertura dei tetti. In questo caso, le lastre erano state reimpiegate per le fogne della fullonica rinvenuta nello stesso sito, ma originariamente erano probabilmente destinate alla decorazione di una struttura del giardino, forse proprio del portico.
Un tassello importante per la ricostruzione della Roma antica
Il ritrovamento dei resti dei giardini di Caligola rappresenta un tassello importante per la ricostruzione della Roma antica e della storia dell’Impero Romano. Permette di conoscere meglio l’architettura e l’organizzazione di una delle ville imperiali più sontuose dell’epoca, ma anche di approfondire la figura di uno degli imperatori più complessi e controversi dell’epoca.