ROMA – Gli scavi nel sito proseguono dal 1984 e sono condotti dall’ISMEO, Missione Archeologica Italiana, fondata da Giuseppe Tucci nel 1955. Dal 2011 le ricerche si sono concentrate in particolare su un quadrante a sud ovest delle dimensioni di circa un ettaro. La città di Bazira è menzionata da diverse fonti classiche come sito conquistato dai Macedoni guidati da Alessandro Magno. Tuttavia fino ad oggi non era stata rilevata alcuna traccia dell’antica città. Gli Archeologi avevano sempre parlato di una città antica risalente al periodo indogreco, successiva quindi ad Alessandro Magno, governata dal re greco Menandro, di fede buddhista, soprattutto dopo aver rilevato alcune monete dell’epoca nel sito.
Nelle ultime settimane però la situazione sembra essere cambiata poiché sono emersi alcuni livelli databili ad un periodo precedente quello indogreco e quindi alla metà del terzo secolo a.C.
Spiega infatti il Direttore della Missione, Luca M. Olivieri: “Oggi è chiaro che gli Indogreci fortificarono una città già esistente, e che per costruire le mura urbane distrussero gran parte della stratigrafia ed esposero strutture antichissime con lavori di terrazzamento molto estesi e profondi. Pensavamo che la città si fosse impostata su nulla più di un insediamento rurale tardo-protostorico. Oggi sappiamo c’era già una città, e che quei resti sotto le mura sono quasi ottocento anni più antichi di quanto pensavamo”. “Grazie agli sbancamenti antichi sappiamo che già esisteva una città nella tarda età del Bronzo, l’epoca delle grandi necropoli del Gandhara e dello Swat. Ma sappiamo anche che sotto la città indogreca c’è quella maurya, e ancora sotto ce n’è un’altra”.