ROMA – Il Casino dell’Aurora Pallavicini,gioiello del Barocco romano, realizzato sulle rovine delle Terme di Costantino e all’interno del Palazzo Pallavicini Rospigliosi, a due passi dal Quirinale, domenica 19 maggio ha aperto le sue porte alla quarta edizione di “Vino e arte che passione!”, manifestazione ideata e realizzata da CT Consulting Events.
Prezioso scrigno che custodisce una splendida collezione d’arte, il Casino è stato teatro di un evento d’eccezione, che ha permesso di mettere in dialogo due eccellenze della nostra cultura e tradizione: il vino e l’arte.
Storie e segreti dei principali produttori vinicoli italiani, oltre cinquanta, si sono dunque intrecciati con il percorso storico-artistico di ambienti unici, realizzati tra il 1612-1613 dall’architetto fiammingo Giovanni Vasanzio, per volere del cardinale Scipione Borghese.
Una Collezione quella del Casino che, dai sarcofagi marmorei romani del IIº e IIIº secolo d.C. inseriti nella facciata, esplode in tutto il suo incanto negli affreschi, realizzati tra del 1500 e il 1600, che ornano le tre sale interne. Degustando le migliori annate di vini selezionatissimi e raccogliendo pareri di sommelier e docenti della FIS Fondazione Italiana Sommelier, è stato possibile, grazie a un’accurata ed esaustiva visita guidata, emozionarsi davanti ad opere uniche per bellezza e stato di conservazione, a partire dalla grande volta della sala centrale del Casino, dominata dal grande affresco de “l’Aurora” di Guido Reni, da cui il Casino prende il nome. Nello stesso ambiente si ammirano gli affreschi di Antonio Tempesta, lo stemma cardinale e i putti di Cherubino Alberti, le “Quattro Stagioni“ di Paul Bril, oltre a busti marmorei seicenteschi e sculture di epoca romana.
Le sale laterali si caratterizzano anch’esse per le volte affrescate, questa volta dal Passignano e da Giovanni Baglione, ma ancor più per la presenza di alcuni straordinari dipinti, tra cui le due grandi tele di Luca Giordano: “La morte di Giuliano l’Apostata” e “La conversione di Saul”, e “Il Crocefisso” di Guido Reni, opera della maturità del pittore, databile tra il 1638 e il 1640.
Vino e arte si rivelano dunque un connubio perfetto, due eccellenze che, come sottolinea Antonio Pocchiari, cofondatore e anima della CT Consulting: “ci permettono di camminare a testa alta in Europa e nel mondo”. “Come nella moda, – continua Pocchiari – anche nel comparto agroalimentare e museale siamo maestri di eccellenza e abbiamo l’arduo compito di custodire quelle ricchezze che ci vengono dalla terra, dal clima e dal genio secolare”.
Ciro Formisano, responsabile e fondatore CT Consulting Events, puntualizza: “La nostra mission non è soltanto quella di valorizzare il dna enologico e artistico del Paese, sposando vini eccellenti a opere d’arte di altissimo valore, ma anche avvicinare pubblico e produttori, gente comune e collezioni private, così da mettere a disposizione la bellezza in ogni sua forma e declinazione insieme alla consapevolezza tecnica e non relativa a due settori tanto caratteristici del nostro patrimonio”.
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