ROMA – E’ morto a Roma, domenica 19 maggio, Nanni Balestrini, uno dei protagonisti della cultura e della letteratura italiana della seconda parte del Novecento. Nato a Milano nel 1935, dove frequentò il liceo scientifico, dopo aver iniziato gli studi di Economia all’università, abbandonò tutto per andare a lavorare alla Bompiani dove conobbe Umberto Eco.
Nel 1979 fu incriminato, insieme ad altri esponenti di Autonomia operaia, per associazione sovversiva. Fuggì a Parigi approfittando della ‘dottrina Mitterrand’ che gli garantì asilo politico, fino a essere assolto nel 1984, anno in cui tornò in Italia.
Balestrini è stato un grande innovatore che si è sempre contraddistinto per il suo sperimentalismo, ma anche per il suo dissenso politico portato avanti anche attraverso romanzi sulle lotte degli anni sessanta e sugli anni di piombo, tra cui “Vogliamo tutto” e “Gli invisibili”.
E’ stato inoltre autore, in collaborazione con Primo Moroni, del saggio “L’orda d’oro”, più volte ristampato da Feltrinelli, con l’aggiunta dei contributi di Umberto Eco, Toni Negri, Rossana Rossanda e molti altri.
Ha creato riviste come “Il Verri”, “Quindici”, “Alfabeta”. All’opera letteraria ha affiancato anche la produzione visiva con allestimenti di mostre e performance in Italia e all’estero. Si ricorda in particolare l’esposizione delle sue opere nel 1993 alla biennale di Venezia e nel 2012 a Documenta di Kassel, in Germania.
Tra le sue opere più recenti ci sono: il romanzo “Sandokan, storia di camorra” (2004); le raccolte di versi “Sconnessioni” (2009), “Almanacco dello specchio 2009” (2010), “Caosmogonia” (2010); i tre racconti pubblicati sotto il titolo “Girano voci. Tre storie” (2012) e la raccolta di versi “Antologica”.