TARANTO – Ogni febbraio, l’Italia si sintonizza su Sanremo, il festival che da oltre settant’anni scandisce la storia della musica italiana. Ma cosa succede quando la musica incontra l’archeologia? Il MArTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto – ha trovato un modo originale e coinvolgente per cavalcare il trend del momento: nasce così “SanMArTA”, un festival parallelo che abbina antichi reperti a celebri canzoni sanremesi.
L’iniziativa, che avrà luogo sui canali social del museo a partire da lunedì, è un gioco culturale che mescola ironia, divulgazione e coinvolgimento del pubblico. Sei reperti archeologici selezionati dalla collezione del MArTA vengono accostati a sei brani iconici della storia del Festival di Sanremo, in una narrazione che dimostra come le emozioni, le passioni e le suggestioni abbiano attraversato i secoli, rimanendo sorprendentemente attuali.
“Questa iniziativa nasce con l’obiettivo di far conoscere la nostra collezione a un pubblico sempre più vasto, anche attraverso l’associazione con le canzoni più celebri della storia del Festival di Sanremo” – spiega Stella Falzone, direttrice del museo. “Abbinare un reperto a una canzone, anche in modo ironico, ci ricorda ciò che era popolare nel IV secolo a.C. così come negli anni ‘50 o al giorno d’oggi, abbattendo così le barriere temporali tra presente e passato.”

I reperti in gara: dal balsamario a colombina al gruppo fittile dell’ephedrismos
Le opere selezionate per questa singolare competizione archeo-musicale spaziano attraverso secoli di storia e tradizioni, trovando parallelismi inattesi con la musica italiana:
- “Vola Colomba” (Sanremo 1952, Nilla Pizzi) → Balsamario a colombina in vetro (I secolo d.C.): un delicato contenitore per profumi a forma di colomba che richiama il celebre brano nostalgico della canzone italiana.
- “24mila baci” (Sanremo 1961, Adriano Celentano) → Terracotta fittile con coppia su kline (III secolo a.C.): un tenero abbraccio immortalato nell’argilla che sembra perfetto per il successo rock’n’roll del “molleggiato”.
- “Ma che freddo fa” (Sanremo 1969, Nada) → Lekythos sovradipinta con donna velata (350-325 a.C.): una misteriosa figura avvolta nel suo mantello evoca perfettamente la malinconia del celebre ritornello.
- “Felicità” (Sanremo 1982, Albano e Romina Power) → Terracotta policroma con attore comico ebbro (IV-III secolo a.C.): un volto espressivo, un sorriso smodato e un’allegria contagiosa incarnano perfettamente lo spirito della canzone.
- “Salirò” (Sanremo 2002, Daniele Silvestri) → Gruppo fittile dell’ephedrismos (II secolo a.C.): una scena di gioco in cui il vincitore viene portato sulle spalle, simbolo perfetto dell’ascesa euforica narrata dal brano di Silvestri.
E per “La noia”, la canzone con cui Angelina Mango ha vinto Sanremo 2024? Il reperto abbinato resta un mistero che verrà svelato direttamente sulle pagine social del museo, dove il pubblico potrà interagire e votare il proprio abbinamento preferito.
SanMArTA: cultura e intrattenimento
L’idea di SanMArTA è un esempio di divulgazione innovativa, capace di avvicinare un pubblico trasversale alla storia e all’archeologia. Il gioco delle associazioni tra passato e presente dimostra che le emozioni, i riti e le rappresentazioni della società umana sono parte di una narrazione continua, che si rinnova nel tempo senza perdere la propria essenza.
Seguire SanMArTA è semplice: basta connettersi ai canali social del Museo Archeologico Nazionale di Taranto e lasciarsi coinvolgere in questa insolita sfida tra reperti e note musicali. Perché, in fondo, che si tratti di un antico manufatto o di un brano pop, la cultura è sempre una grande storia da raccontare.
Vademecum
Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA
Via Cavour, 10
74123 TARANTO
Tel. +39 099 4532112