L’appuntamento torna il 19 e 20 giugno 2025 con un programma internazionale e multidisciplinare
MILANO – A Milano non si parla solo di arte, ma di ciò che l’arte diventa nel momento in cui si fonde con i codici del digitale, dell’intelligenza artificiale, della realtà aumentata. Alla sua sesta edizione, The New Atlas of Digital Art – ideato da MEET Digital Culture Center – riconferma il proprio ruolo di piattaforma di riferimento in Europa per chi vuole comprendere, anticipare e vivere le trasformazioni della cultura nell’era immersiva. Il titolo scelto per il 2025, “Immersive Frontiers”, è un manifesto programmatico: non si tratta di esplorare l’ennesimo trend tecnologico, ma di cartografare un paesaggio nuovo in cui la fruizione culturale si riconfigura come esperienza multisensoriale e interattiva.
Una mappa per navigare la nuova cultura digitale
A Milano, dove la cultura digitale si sta trasformando in infrastruttura culturale stabile, non più episodio ma linguaggio, MEET propone una riflessione che va oltre la superficie spettacolare delle installazioni immersive. L’evento guarda al futuro dell’economia dell’esperienza, alla sostenibilità dei nuovi modelli produttivi, alla responsabilità etica che accompagna l’uso delle tecnologie generative. Il digitale non è più uno strumento, ma un ambiente culturale a tutti gli effetti – fluido, stratificato, in continua evoluzione – che ridefinisce il nostro rapporto con l’arte, la conoscenza e la memoria collettiva.
Un ecosistema internazionale di pratiche, visioni e sperimentazioni
Il programma – articolato in due giornate dense di keynote, talk, workshop, installazioni e performance – si muove lungo tre assi tematici: scenari tecnologici, patrimonio culturale, experience economy. L’obiettivo è la costruzione di una prospettiva condivisa sul ruolo delle arti digitali nella società contemporanea.
Tra i protagonisti internazionali attesi: Jeffrey Schnapp (Harvard), Candice Chenu (Fondation Louis Vuitton), Mauro Martino, Matthew Niederhauser, SAT Montréal, Barbican Centre, Ars Electronica, Diversion Cinema, solo per citarne alcuni. A questi si aggiungono le esperienze immersive sviluppate da Metagate, Emanuele Dascanio, Holy Club con Adriano Lombardo e il collettivo Nebvla, visitabili negli spazi espositivi del piano terra.
Dai musei ai dati: come l’AI sta riscrivendo l’accesso alla cultura
Un focus cruciale dell’edizione 2025 riguarda il rapporto tra intelligenza artificiale, archivi e istituzioni culturali. In che modo i musei possono reinterpretare il loro ruolo attraverso strumenti generativi? Quali opportunità si aprono in termini di accessibilità, narrazione e mediazione culturale? Domande che incrociano la necessità di nuovi modelli economici e di governance culturale, capaci di valorizzare l’interazione tra pubblico, artisti, tecnologie e territori.