ROMA – Un’esistenza attraversata da confini geografici, rivoluzioni estetiche e battaglie ideologiche. La figura di Tina Modotti (Udine, 1896 – Città del Messico, 1942) torna al centro di una ricognizione storica e visiva nella mostra Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante. Una vita fra due Mondi, ospitata nelle sale del Museo di Roma in Trastevere. Un titolo che sintetizza in tre parole l’identità molteplice di una donna capace di coniugare rigore formale e tensione politica, arte e impegno, biografia e Storia.
Il racconto di una vita in sessanta frammenti
Promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione è curata dall’associazione Storia e Memoria Aps di Albano Laziale, in collaborazione con la Segreteria di Cultura del Governo del Messico e l’archivio della Fototeca Nazionale dell’INAH. Con circa sessanta tra fotografie originali, lettere, articoli e documenti, il percorso espositivo ricostruisce i passaggi cruciali di una biografia che si fa specchio di una modernità inquieta e transnazionale.
I materiali provengono dalla Collezione della Fototeca dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) di Pachuca Hidalgo – la più ampia fototeca iberoamericana – che conserva 94 fotografie realizzate da Modotti tra il 1923 e il 1930. Parte di questo patrimonio, divenuto ufficialmente bene pubblico il 28 agosto 1979 grazie alla donazione di Carlos Vidali, figlio di Vittorio Vidali (ultimo compagno di Modotti), compone oggi il nucleo principale della mostra.
Messico, arte e rivoluzione
L’arrivo in Messico nel 1923 segna una svolta nella vita e nella pratica fotografica di Tina Modotti. Dopo un’infanzia operaia in Friuli e una parentesi hollywoodiana a fianco di Edward Weston, compagno e mentore, è nel fermento postrivoluzionario messicano che l’artista sviluppa un linguaggio autonomo, in grado di saldare la composizione modernista con una forte istanza sociale. Le immagini in mostra testimoniano questa fase feconda: nature morte, dettagli architettonici, ma soprattutto volti e corpi del popolo lavoratore, ripresi con uno sguardo partecipe e politicizzato.
Nel clima intellettuale e rivoluzionario dell’epoca, Modotti entra in contatto con artisti e militanti come Diego Rivera, Frida Kahlo e David Alfaro Siqueiros, aderisce al Partito Comunista Messicano nel 1927 e si fa portavoce, con l’obiettivo e con la penna, delle lotte sociali del tempo.
Esilio, clandestinità e fine prematura
Espulsa dal Messico nel 1930 a causa della sua attività politica, Modotti attraversa l’Europa – Berlino, Mosca, Madrid – diventando una figura centrale nell’organizzazione comunista internazionale. Durante la Guerra Civile Spagnola opera come infermiera e propagandista per le Brigate Internazionali del Soccorso Rosso, ruolo che approfondisce l’intreccio tra azione e narrazione, tra testimonianza diretta e strategia iconografica.
Il percorso espositivo dedica ampio spazio anche a questa fase, meno nota ma cruciale per comprendere la traiettoria esistenziale e ideologica dell’artista. Lettere, tessere di partito e materiali d’archivio documentano l’ultima parte della sua vita, conclusasi prematuramente a Città del Messico nel 1942, a soli 45 anni, in circostanze mai del tutto chiarite.
Oltre la biografia: una visione ancora attuale
Solo dopo la morte, e in particolare dalla seconda metà del Novecento, la produzione fotografica di Modotti è stata riscoperta, sottraendola alla marginalità a cui spesso sono state confinate le donne radicali e le figure non allineate. Oggi la sua opera viene letta come un ponte tra estetica modernista e fotografia sociale, capace di mettere in discussione i canoni dominanti del tempo e di proporre un linguaggio visivo critico, empatico, lucido.
La mostra romana, grazie al lavoro di ricerca dell’associazione Storia e Memoria Aps e del Coordinamento Tina Modotti, restituisce uno sguardo complesso e stratificato su un’artista che ha attraversato il secolo come testimone e protagonista. Una voce fuori campo, spesso rimossa o ridotta a nota a margine, che oggi torna a occupare lo spazio che le spetta nella storia dell’arte e della politica del Novecento.
Vademecum
Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante
UNA VITA FRA DUE MONDI
Dal 14 maggio al 21 settembre 2025
Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio 1b – Roma
Promotori
Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione
Associazione Storia e Memoria Aps
Orari
Dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorno di chiusura: lunedì, 1° maggio
Biglietteria
La bigliettazione del Museo di Roma in Trastevere è articolata
secondo le seguenti tariffe:
Intero: € 12,00 – Ridotto: € 7,50
Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza):
Intero: € 7,50 – Ridotto: € 6,50
Ingresso gratuito al museo per i possessori della “MIC Card”.
Info: 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)