FIRENZE – Riapre dopo un attento restauro lo Stanzino delle Matematiche, un ambiente raccolto e di rara suggestione accanto alla Tribuna del Buontalenti. Spazio carico di storia e di significati, lo Stanzino torna finalmente accessibile al pubblico, rivelando un episodio affascinante della lunga complessità intellettuale e museografica degli Uffizi.
Per anni ridotto a semplice affaccio sulla Tribuna, lo Stanzino ritrova oggi la propria dignità storica e scientifica, grazie a un intervento che ha restituito luce e leggibilità tanto agli affreschi tardo-cinquecenteschi di Giulio Parigi, quanto agli eleganti bronzetti cinquecenteschi che ornano le nicchie laterali. Il progetto ha incluso il recupero delle superfici murarie, la manutenzione delle opere in bronzo e l’installazione di un nuovo impianto illuminotecnico, pensato per valorizzare le pitture a soffitto e ristabilire il rapporto diretto con la luce naturale esterna, eliminando i tendaggi e inserendo filtri alle finestre.

“Nel nuovo assetto, che peraltro ne esalta i tesori, lo Stanzino testimonia esemplarmente come dagli Uffizi sia cresciuto l’albero di tutti i musei europei e lo stretto legame fra questo spazio affrescato con gli strumenti delle scienze, il vicino Terrazzo delle Carte Geografiche e la Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Vecchio. “ – ha sottolineato il direttore Simone Verde, evidenziando come il restauro consenta oggi di cogliere le molteplici trasformazioni di questo spazio: da ambiente destinato alla scienza e alle invenzioni, a preziosa anticamera del collezionismo antiquario.
Tra scienza e antiquaria: una storia complessa
Lo Stanzino delle Matematiche nacque per volontà del Granduca Ferdinando I de’ Medici, che vi raccolse strumenti scientifici, carte geografiche, modelli di macchine e trattati matematici, proseguendo la collezione avviata dal padre Cosimo I. Gli affreschi realizzati tra il 1599 e il 1600 da Giulio Parigi celebrano il sapere tecnico e matematico attraverso personaggi emblematici come Pitagora, Tolomeo, Euclide e soprattutto Archimede, la cui figura era particolarmente sentita a Firenze dopo l’arrivo del codice greco delle sue opere, custodito nella Biblioteca Laurenziana.
A questa prima vocazione si sovrappose nel Settecento un uso antiquariale: tra il 1780 e il 1782 l’abate Luigi Lanzi inserì nelle nicchie della sala una selezione di piccole sculture antiche e rinascimentali, provenienti dalla Tribuna e dalla Sala Ottagona. Tra le presenze più significative figurano i bronzetti di Willem Tetrode, raffinato interprete dell’arte antica nella Roma del Cinquecento, che dovevano originariamente ornare un medagliere donato a Cosimo I.
Lo Stanzino non è un ambiente isolato: il suo significato si amplifica nel dialogo con il vicino Terrazzo delle Carte Geografiche, anch’esso recentemente restaurato, e con la Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Vecchio. Insieme costituiscono un insieme coerente della vocazione enciclopedica medicea, che intendeva fondere le arti visive con il sapere tecnico-scientifico e cartografico.
Il restauro dello Stanzino delle Matematiche si inserisce dunque nel più ampio progetto della direzione degli Uffizi di ripensare la storia del museo come narrazione articolata, fatta di passaggi, sovrapposizioni, ridefinizioni. Una storia che, in questa piccola stanza, torna a parlare con sorprendente chiarezza.