FIRENZE – Le sale dedicate ai pittori fiamminghi della Galleria degli Uffizi accolgono una nuova, significativa trasformazione: la leggendaria coppia di tavole “Adamo ed Eva” di Lukas Cranach il Vecchio ritrova una rinnovata unitarietà grazie a una cornice studiata appositamente per restituire visivamente l’intima connessione tra le due opere.
Una soluzione che non solo valorizza il dialogo tra le figure dei progenitori, ma ricompone anche le due parti dell’Albero della Conoscenza, elemento centrale della composizione.
Il dialogo tra Adamo ed Eva nella visione di Cranach
Cranach, maestro indiscusso della pittura tedesca rinascimentale, realizzò oltre cinquanta versioni del tema di Adamo ed Eva insieme alla sua bottega, esplorando con straordinaria perizia narrativa il momento della caduta in tentazione. I due pannelli conservati agli Uffizi, concepiti come opere autonome, sono stati ora incorniciati in un’unica struttura ispirata ai modelli in ebano nero diffusi nelle collezioni dell’Europa centro-settentrionale.

Un dettaglio non solo estetico, ma filologicamente accurato, che permette di cogliere l’intento originario dell’artista: Adamo ed Eva non sono più semplicemente due ritratti affiancati, ma protagonisti di una stessa vicenda, legati da uno scambio di sguardi e gesti che si rispecchiano.
Una cornice che valorizza la narrazione
La nuova cornice, dotata di vetro protettivo, rafforza l’unità narrativa dell’opera, suggerendo una lettura più coerente della scena. L’Albero della Conoscenza, diviso tra le due tavole, trova ora una ricomposizione naturale, enfatizzando il sottile equilibrio tra armonia e colpa che caratterizza la storia biblica. Un intervento che non altera, ma amplifica il significato dell’opera, restituendo al pubblico una visione più completa e aderente alla concezione di Cranach.