BRUXELLES – Dal 24 al 27 aprile 2025, Art Brussels ritorna negli spazi monumentali dell’Expo di Bruxelles, segnando la sua 41ª edizione con una proposta curatoriale che intreccia consolidamento e sperimentazione. Fondata nel 1968, la fiera belga si è progressivamente trasformata in un punto di riferimento per il mercato dell’arte contemporanea in Europa, capace di attrarre collezionisti, curatori e professionisti internazionali con un’offerta che va ben oltre il dato commerciale.
Quest’anno sono 165 le gallerie selezionate, provenienti da 35 Paesi, tra ritorni attesi e nuove partecipazioni: un equilibrio dinamico che testimonia l’interesse costante verso una fiera che si reinventa senza perdere la propria identità.
Sezioni tematiche e un nuovo sguardo sul 1968
Il cuore dell’edizione 2025 è scandito da cinque sezioni principali, ognuna con una propria traiettoria critica. Prime raccoglie le proposte di gallerie consolidate, con artisti di fama internazionale e mid-career; Solo è dedicata ai focus monografici, un formato che si presta ad approfondimenti mirati e spesso museali; Discovery si concentra su talenti emergenti con pratiche ancora poco visibili sulla scena europea, mentre Invited accoglie spazi indipendenti e gallerie alla loro prima apparizione, selezionate per la qualità curatoriale e l’approccio non convenzionale al mercato.
La novità dell’anno è ’68 Forward, una sezione concepita come riflessione sull’anno di fondazione della fiera e sul ruolo dei movimenti sperimentali che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, hanno ridefinito i confini del linguaggio artistico. Qui si intrecciano nomi noti e figure rimaste in ombra, con l’intento di riscrivere una genealogia alternativa dell’arte contemporanea.
L’Italia in fiera: tra debutti e conferme
Come ogni anno, significativa è la presenza italiana. Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. e z2o Sara Zanin partecipano per la prima volta – quest’ultima nella sezione Solo con il progetto di Adelisa Selimbašic – mentre Erica Ravenna debutta nella sezione ’68 Forward con una selezione di opere di Agnetti, Binga, Boetti e Weller. Si confermano invece le partecipazioni di Monitor, Galleria Poggiali, P420, Dep Art Gallery (con Gerold Miller nella sezione Solo), ArtNoble Gallery e L.U.P.O. – Lorenzelli Projects, entrambe impegnate nella sezione Discovery con proposte focalizzate su nuove voci del panorama italiano.
Progetti site-specific e arte in dialogo con lo spazio urbano
Art Brussels si distingue anche per l’attenzione ai formati espositivi alternativi, spesso pensati in dialogo con l’architettura della fiera o con la città. Quest’anno torna il format Monumental Artworks, a cura di Carine Fol, con opere di grande formato allestite all’esterno e all’interno dell’Expo. Gli spazi aperti tra gli stand diventano così ambienti espositivi sperimentali, dove scultura, installazione e pratiche ambientali ridefiniscono l’esperienza del pubblico.
All’ingresso, il progetto Portal A di Céline Condorelli – rappresentata dalla Galeria Vera Cortês – trasforma l’accesso alla fiera in un dispositivo scenico, concepito come varco teatrale tra quotidiano e spazio dell’arte. Accanto, Carton plein, archivio a cura di Juan d’Oultremont, costruisce una narrazione documentale che attraversa la storia della manifestazione dal punto di vista della memoria visiva e cartacea.
Videoarte, ecologia e il programma off in città
La sezione The Screen, curata da Eliel Jones insieme al regista Alex Reynolds, accende i riflettori sulla videoarte con una selezione di opere presentate dagli espositori, selezionate da una giuria dedicata. Una piattaforma che riconosce il potenziale narrativo del formato audiovisivo, ancora poco valorizzato in molte fiere.
In fiera anche Oyas, il progetto della giovane artista belga Maëlle Dufour, che riflette sulle urgenze ecologiche contemporanee attraverso un’installazione composta da centinaia di oya in ceramica – contenitori ancestrali per l’irrigazione reinterpretati come segni della crisi ambientale globale.
Fuori dalla fiera, il programma off si articola in una costellazione di eventi che coinvolgono i principali centri d’arte della capitale belga. Al BOZAR, oltre alla mostra When We See Us, spazio alla personale di Berlinde De Bruyckere e a una collettiva dedicata all’Europa dell’Est (Familiar Strangers). Il WIELS ospita Paulo Nazareth e Willem Oorebeek, mentre la Fondation CAB propone la collettiva Conceptualisme Joyeux. Da segnalare anche l’iniziativa Gallery Night del 23 aprile, che vede le gallerie di Bruxelles aprire in notturna con un programma condiviso di opening, performance e incontri.