VENEZIA – In occasione della sua nuova mostra all’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, l’artista sudafricano William Kentridge, noto per i suoi cortometraggi animati, le sculture e le produzioni teatrali e operistiche, presenta in anteprima a Venezia la serie di video intitolata Self-Portrait as a Coffee-Pot.
L’installazione, strutturata in nove episodi di 30 minuti, è curata da Carolyn Christov-Bakargiev, amica e autrice della fondamentale monografia sui suoi lavori pubblicata nel 1998.
Un’opera innovativa per l’era digitale
Girata durante e dopo la pandemia di Covid-19, la serie è un esperimento di incarnazione fisica e di esperienza fenomenologica del reale nell’era digitale. L’opera riflette su ciò che oggi potrebbe accadere nel cervello e nello studio di un artista, in un contesto in cui la fruizione dell’arte avviene principalmente online.
Un viaggio nello studio di Kentridge
L’installazione ricrea parzialmente lo studio dell’artista di Johannesburg in cui sono stati realizzati i video. Lo spazio espositivo diventa un luogo vissuto tra uno spazio privato e uno pubblico, tra la solitudine dell’artista e la gioia del gioco e della collaborazione.
“Le riprese sono iniziate durante il primo lockdown e lo studio imitava gli spazi chiusi del Covid” – afferma William Kentridge – “ma lo studio è anche una testa espansa, una camera di pensieri e riflessioni dove tutti i disegni, le foto e i residui sulle pareti dello studio diventano questi stessi pensieri“.
Un inno alla libertà artistica
Queste opere di Kentridge sono un inno alla libertà artistica e mettono in luce la mancanza di libertà tipica dei nostri spazi chiusi nell’era digitale. Il rapporto tra pittura e spartiti musicali, così come tra danza e disegno, diventa una forma di ginnastica mentale o di yoga per il cervello, esercizi per espandere e migliorare l’intelligenza umana nella nostra epoca in cui le protesi dell’intelligenza artificiale e l’uso crescente dei social media finiscono per atrofizzare pericolosamente le nostre capacità cognitive ed emotive.
Un dialogo con la storia e il Situazionismo
L’arte di Kentridge – spiega la curatrice – affonda le sue radici in Sudafrica e si confronta con la natura delle emozioni, la memoria, il rapporto tra conoscenza, desiderio, etica e responsabilità. “L’artista indaga su come le nostre identità vengono modellate attraverso le nostre mutevoli idee di storia e luogo, osservando come costruiamo le nostre storie come forme di collage e cosa ne facciamo, sia a livello individuale che nella collettività. La sua è un’arte elegiaca ma allo stesso tempo beffarda che esplora le possibilità della poesia nella società contemporanea, anche in assenza di visioni utopiche per il futuro, e fornisce un acerbo commento satirico sulla nostra società, proponendo al contempo un modo di vedere la vita come un continuo processo di cambiamento e incertezza piuttosto che come un mondo controllato dai fatti. In questa nuova serie, gli alter ego e i doppelgänger di Kentridge dibattono su una serie di questioni: come funziona la memoria? Cosa crea il sé? Perché la storia va sempre storta? Si potrebbero interpretare le opere come un’inversione dell’ossessiva divisione narcisistica delle personalità della nostra epoca di avatar sui social media in forme di tranquilla psicoanalisi”.
La mostra si inserisce nel contesto dell’Arsenale Institute for Politics of Representation, diretto da Wolfgang Scheppe, filosofo ed esperto di Situazionismo. Sebbene interessato alle traiettorie del Situazionismo, il vocabolario visivo, i costumi e i design di Kentridge sono stati spesso ispirati da un periodo precedente, in particolare da Dada, Bauhaus e precursori costruttivisti.
Eventi collaterali
Durante la settimana di apertura della Biennale di Venezia, Kentridge e Christov-Bakargiev terranno dei “Midnight Whisky Talks”, dialoghi filosofici improvvisati in un ambiente che ricorda uno spazio domestico temporaneo. I talk saranno trasmessi in diretta streaming sull’account Instagram @williamkentridgestudio.
Inoltre, Kentridge interverrà all’Università Ca’ Foscari Venezia il 19 aprile dalle 11.00 alle 13.00. L’incontro si svolgerà nella storica Aula Magna Silvio Trentin a Ca’ Dolfin (Calle Larga Foscari Dorsoduro 3839/A).
Programma giornaliero a Venezia dal 17 aprile 2024
Da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 19.30
10.05 Episode 1 – A Natural History of the Studio
10.30 Episode 2 – Self-Portrait as a Coffee-Pot
11.06 Episode 3 – Vanishing Points
11.43 Episode 4 – Finding One’s Fate
12.18 Episode 5 – AS IF
12.48 Episode 6 – A Harvest of Devotion
13:23 Episode 7 – Metamorphosis
13.52 Episode 8 – Oh to Believe in Another World
14.28 Episode 9 – In Defence of Optimism
15.00 Episode 1 – A Natural History of the Studio
15.24 Episode 2 – Self-Portrait as a Coffee-Pot
15.59 Episode 3 – Vanishing Points
16.37 Episode 4 – Finding One’s Fate
17.12 Episode 5 – AS IF
17.42 Episode 6 – A Harvest of Devotion
18.14 Episode 7 – Metamorphosis
18.42 Episode 8 – Oh to Believe in Another World
19.16 Episode 9 – In Defence of Optimism