ROMA – Uno sguardo di troppo può diventare una ferita, lo capisce chiunque attraversi le sale del Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove dal 6 maggio all’8 giugno 2025 prende forma la World Press Photo Exhibition: una mappa visiva del nostro presente, in cui la cronaca diventa documento, testimonianza, urgenza.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale con Azienda Speciale Palaexpo e curata dalla World Press Photo Foundation in collaborazione con 10b Photography, la mostra riunisce le immagini premiate alla 68ª edizione del concorso internazionale di fotogiornalismo, fondato nel 1955 e oggi riferimento globale per la fotografia documentaria.
144 fotografie, 42 progetti, una sola realtà: quella del 2024
59.320 scatti ricevuti da 3.778 fotografi da 141 Paesi: dietro questi numeri si cela un anno di traumi, resistenze e trasformazioni. Tra le categorie Single, Story e Long-Term Project, la selezione finale restituisce un atlante complesso, frammentato, eppure necessario. A comporlo, 42 progetti scelti da una giuria presieduta da Lucy Conticello, direttore della fotografia di M il magazine di Le Monde.
Samar Abu Elouf: la potenza di un singolo scatto
A ricevere il World Press Photo of the Year 2025 è Samar Abu Elouf, fotografa palestinese che collabora con il New York Times. La sua immagine ritrae Mahmoud Ajjour, 9 anni, ritrovato ferito e mutilato dopo un’esplosione a Gaza nel marzo 2024. Uno scatto che, oltre la cronaca, s’impone come documento di una tragedia umana silenziata o ridotta a numero.
Altrettanto potenti le due fotografie finaliste. Night Crossing dello statunitense John Moore, che immortala un gruppo di migranti cinesi intorno al fuoco subito dopo aver attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti. E Droughts in the Amazon di Musuk Nolte, autore messicano che racconta lo sconvolgimento climatico con la figura di un ragazzo costretto a camminare sul letto asciutto di un fiume per portare del cibo alla madre in un villaggio un tempo raggiungibile solo in barca.
La resistenza silenziosa di Cinzia Canneri
Unica italiana premiata, Cinzia Canneri ha ottenuto il riconoscimento per il miglior progetto a lungo termine nella regione Africa. La sua inchiesta fotografica segue i percorsi di fuga di donne in esilio dall’Eritrea e dall’Etiopia, tracciando biografie in frantumi, ma mai svuotate di senso o di dignità.

Contro la distrazione globale: il valore della persistenza
Le immagini selezionate non chiedono semplicemente di essere viste, ma di essere “trattenute”. In un contesto informativo dominato dall’accelerazione e dall’oblio, il lavoro dei fotografi premiati non cerca la sintesi, ma la complessità. Invita a sostare, a riconsiderare ciò che troppo spesso si ignora. Non spiegano il mondo. Lo espongono. Senza filtri, senza scorciatoie.
Vademecum
PALAZZO ESPOSIZIONI ROMA
Roma, via Nazionale 194
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ORARI
Fino al 13 maggio 2025
Dal martedì a domenica 10.00_20.00
Lunedì chiuso
Dal 14 maggio 2025
Da domenica a mercoledì 10.00_20.00
Da giovedì a sabato 10.00_22.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
BIGLIETTI
Fino al 19 maggio 2025 (solo mostra World Press Photo)
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00
Dal 20 maggio 2025 (mostre World Press Photo e Mario Giacomelli)
Intero € 12,50
Ridotto € 10,00
Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00