GENOVA – Un imponente evento espositivo quello che inaugura venerdì 22 novembre 2019 a Palazzo Ducale di Genova. Sono infatti oltre 100 i pezzi esposti nella mostra “Il secondo principio di un artista chiamato Banksy”, a cura di Acoris Andipa, Stefano Antonelli, Gianluca Marziani, dedicata al più grande artista globale del nuovo millennio.
Tanto misterioso quanto popolare, Banksy, artista originario di Bristol,rappresenta sicuramente un caso unico ed insolito nel mondo dell’arte. Inquadrato nei confini generici della Street Art, in realtà Banksy – come sottolinea Gianluca Marziani – “supera la stessa arte che finora abbiamo conosciuto”. “Banksy – spiega il curatore – usa strumenti e materiali che tutti conosciamo, senza perdere aderenza con oggetti fisici e tangibili, con forme semplici e quasi banali, con un mondo lo-fi privo di utopie fantasy. Lo capiscono tutti in quanto usa la grammatica degli oggetti e la sintassi delle storie condivise. Si alimenta di cronaca e realtà, ribaltando storie che toccano l’umanità intera. La sua forza sta nell’aver capito che in un mondo digitale come il nostro, l’arte doveva fermarsi un attimo prima della sua digitalizzazione, nascendo solida per poi diventare liquida. Un’arte facile in apparenza ma complessa oltre l’apparire, ovvia eppure controversa, empatica per attitudine e cattiva per natura”.
Quello di Banksy è un immaginario semplice, ma sicuramente non elementare e mai banale, confezionato appositamente per la comunicazione di massa e per diffondere messaggi immediati attraverso i quali affrontare temi di grande attualità, dal capitalismo alla guerra, dal controllo sociale alla libertà in senso esteso, mettendo in scena i paradossi di quest’epoca di grande crisi, con una potenza etica, evocativa e mediatica, sempre condita da uno strato di tipico “british humor”. Come ribadito da molte firme internazionali, Banksy costituisce “la miglior evoluzione della Pop Art originaria, l’unico che ha connesso le radici del Pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale”.
La mostra di Palazzo Ducale rappresenta dunque un’occasione per avere una visione completa ed esaustiva dell’opera di Banksy, grazie anche ad un percorso di approfondimento che prevede ricche schede testuali, che consentono di scoprire l’artista nelle sue molteplici angolazioni. Il corpus di opere selezionate dai curatori, provenienti da collezioni private, comprende dipinti a mano, oggetti installativi, serigrafie originali che riproducono alcuni tra i suoi famosi interventi stradali, considerati dall’artista “artigianato seriale” per diffondere i suoi messaggi. Il percorso espositivo è completato da alcune mappe grafiche, un’utile infografica sulla cronologia dell’artista, oltre ai 3 black books, diversi poster da collezione, le banconote Banksy of England, alcune t-shirt rarissime, le copertine di vinile e una selezione di video.
A proposito del titolo Stefano Antonelli spiega: “Banksy ha scritto che ‘Se vuoi dire qualcosa e vuoi che la gente ti ascolti, allora indossa una maschera. Se vuoi dire la verità devi mentire’. In seguito disse anche ‘Non saprete mai chi sono e ogni verità che dirò sarà mascherata da bugia’. Traslando le due affermazioni, il primo principio di Banksy stabilisce che egli abbia qualcosa da dire, il secondo che quanto ha da dire sia una verità. Avere qualcosa da dire è il mandato artistico per definizione, che si tratti di verità non è affatto scontato. Secondo Hegel la religione ci offre la verità come rappresentazione, la filosofia come forma suprema del concetto, l’arte come forma del sensibile. Attraverso questa prospettiva possiamo sostenere come l’opera di Banksy sia una verità che egli somministra ai nostri sensi, affinché possiamo percepirla. Ora, non ci resta che comprendere di quale verità si tratti. Tuttavia, il secondo principio ci suggerisce che l’artista presenta le verità sotto forma di menzogna. E qui la contraddizione diventa irrisolvibile, finché ci accorgiamo che il cortocircuito lo rende uno degli artisti più veritieri e profondi del nostro tempo”.
Ad accompagnare la mostra un importante catalogo corredato dai saggi critici di Gianluca Marziani, Stefano Antonelli e Acoris Andipa, in cui saranno raccolte tutte le opere in esposizione.
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Vademecum
Il Secondo Principio di un artista chiamato Banksy
A cura di Gianluca Marziani, Stefano Antonelli, Acoris Andipa
promossa e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale
Palazzo Ducale
Sottoporticato – Piazza Matteotti, Genova
23 novembre 2019 – 29 marzo 2020
Orari: da martedì a domenica 10.00/ 19.00 – lunedì chiuso