MILANO – Un giorno dopo la morte del grande Enzo Mari, sempre a causa del Coronavirus, scompare anche sua moglie, Lea Vergine, (all’anagrafe Lea Buoncristiano) figura di spicco della critica d’arte degli ultimi cinquant’anni.
Il decesso sarebbe appunto avvenuto in seguito a complicazioni legate al Covid-19, presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato anche Mari. La celebre critica aveva 82 anni.
Nata a Napoli nel 1938, aveva studiato i nuovi linguaggi visivi, analizzando la nascita e l’evoluzione in particolare della body art. Si era trasferita a Milano verso la fine degli anni ’70, e dopo diversi anni di convivenza aveva spostato Enzo Mari, da cui era nata la figlia Meta.
Nota per la sua forte personalità e lo sguardo sempre attento alla contemporaneità e al mondo femminile, era divenuta celebre grazie ai volumi dedicati all’azione performativa, in particolare “Il corpo come linguaggio. Body Art e storie simili”, del 1974. Vergine è sempre stata molto attenta ai fenomeni artistici femminili e si era sempre spesa per la valorizzazione del contributo artistico delle donne attraverso mostre, scritti e interventi.
“Un giorno dopo la scomparsa del compagno di una vita, Enzo Mari, se ne va Lea Vergine. – Ha commentato il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini – Un altro pilastro della cultura italiana viene a mancare, ma il suo lavoro nella critica d’arte e nella curatela di innumerevoli mostre lascia un segno profondo”.