ROMA – Tra le opere più significative dell’antichità, la statua colossale di Costantino (IV secolo d.C.), con i suoi 13 metri di altezza, è uno dei massimi esempi della scultura romana tardo-antica. Pur essendo giunta a noi solo attraverso pochi monumentali frammenti (testa, braccio destro, polso, mano destra, ginocchio destro, stinco destro, piede destro, piede sinistro), conservati ai Musei Capitolini, la sua imponenza e importanza storica sono indiscutibili.
Grazie alla collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina, la Fondazione Prada e la Factum Foundation for Digital Technology in Preservation, è stato possibile ricostruire il Colosso in scala 1:1, ora esposto al pubblico nel Giardino di Villa Caffarelli.

La statua colossale di Costantino, ritrovata nel XV secolo presso la Basilica di Massenzio, era stata inizialmente identificata come un ritratto di Commodo. Solo successivamente, nel XIX secolo, fu riconosciuta per ciò che realmente era: un’imponente rappresentazione dell’imperatore Costantino. Gli studi archeologici hanno permesso di ipotizzare che la statua raffigurasse l’imperatore come Giove, con la parte superiore del corpo scoperta e il mantello adagiato sulla spalla.
La ricostruzione del Colosso di Costantino
Il processo di ricostruzione del Colosso è stato estremamente complesso e accurato. Il progetto è partito da un importante lavoro di analisi archeologica, storica e funzionale dei frammenti, supportata dalla lettura delle fonti letterarie ed epigrafiche.

Utilizzando tecniche di fotogrammetria e modellazione 3D, i 9 frammenti originali in marmo pario (il decimo, parte del torace, rinvenuto nel 1951, è in procinto di essere trasferito dal Parco Archeologico del Colosseo nel cortile del Palazzo dei Conservatori, accanto agli altri ), sono stati digitalizzati e posizionati sul corpo virtuale della statua, modellata sull’esempio di altre statue di culto di età imperiale in pose simili. Tra queste la colossale statua di Giove (I secolo d.C.) conservata al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, probabilmente ispirata allo Zeus di Olimpia ad opera di Fidia, e la grande copia in gesso della statua dell’imperatore Claudio, ritratto come Giove, allestita al Museo dell’Ara Pacis.
Materiali moderni come resina, poliuretano, polvere di marmo e foglia d’oro sono stati impiegati per ricreare le superfici materiche del marmo e del bronzo. Il risultato è una magnifica illusione che permette di ammirare il Colosso nella sua interezza, rispettando al contempo l’autenticità dei frammenti originali.


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“A Roma – ha spiegato il Sindaco Roberto Gualtieri – stiamo cercando di recuperare le dimensioni dell’antichità e la nostra conoscenza e percezione dei capolavori del passato, di cui conserviamo tracce e frammenti. Lo abbiamo fatto poco tempo fa con il Museo della Forma Urbis, lo facciamo andando in profondità con gli scavi della Metropolitana, lo facciamo attraverso l’anastilosi della Basilica Ulpia e adesso rendendo fruibile da tutti questa statua colossale, sia per essere ammirata in se, sia per essere una porta di accesso a quello scrigno di tesori che è il Colle Capitolino e che sono i Musei Capitolini. Voglio davvero ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questa creazione e questa ricostruzione che contribuisce a farci comprendere meglio il passato e quindi a capire meglio chi siamo”.
Vademecum
Ingresso
Piazzale Caffarelli, 2
Orari
Tutti i giorni dalle 9.30 fino alle 18.30
Tariffe
ingresso gratuito
Per maggiori informazioni:
060608 (tutti i giorni ore 9.00-19.00) – www.museicapitolini.org