FIRENZE- Le Gallerie degli Uffizi si trasformano in un palcoscenico di rielaborazioni con le opere di Joana Vasconcelos, artista portoghese nota per la sua capacità di amalgamare mito, storia e tradizione con uno spiccato senso di ironia e irriverenza.
L’esposizione, intitolata Between Sky and Hear“, curata da Eike Schmidt e Demetrio Paparoni, sarà visitabile fino al 14 gennaio 2024.
Vasconcelos è celebre per la sua abilità nel fondere elementi di cultura popolare con il barocco portoghese, sfidando con determinazione le convenzioni di genere e gli stereotipi. L’artista utilizza una combinazione di tecniche artigianali e oggetti comuni della vita quotidiana per realizzare opere che, pur nella loro complessità, rimangono ancorate alla realtà.
Joana Vasconcelos, quando l’eleganza si coniuga con l’ironia
Nella Sala Bianca di Palazzo Pitti è esposta Marilyn, un’imponente scultura ispirata al celebre paio di sandali a tacco alto indossati da Marilyn Monroe nel film Quando la moglie è in vacanza. La sorpresa in quest’opera arriva dalla materia stessa utilizzata dall’artista: le calzature sono infatti realizzate con pentole in acciaio specchiante. Questo paradosso, la trasformazione di oggetti comuni in simboli di eleganza, mette in luce la potenza di Vasconcelos nel sovvertire i cliché di genere, affrontando con ironia e determinazione le dinamiche della vita quotidiana.
“Happy Family”, una rielaborazione audace
Nella Sala di Bona, si trova invece Happy Family, una reinterpretazione audace della classica “Holy Family”. Alla delicatezza della ceramica o del legno viene sostituita la robustezza del cemento. Tuttavia, la femminilità e la dolcezza emergono comunque grazie a un elaborato lavoro all’uncinetto. Vasconcelos sostituisce inoltre Maria e Giuseppe con figure della tradizione pagana, Flora e Bacco, dando vita a una raffigurazione che celebra la vita e la rinascita.
“Royal Valkyrie”, ode alla forza femminile
Nella sontuosa Tribuna degli Uffizi svetta invece Royal Valkyrie, una delle monumentali sculture pensili che compongono il ciclo delle Valchirie. Le leggende della mitologia norrena vengono reinterpretate con maestria, restituendo loro una sensualità e una delicatezza di cui erano state private. Se l’imponenza della scultura allude allo spirito guerriero del mito, l’avvolgente sinuosità del materiale veste la Valchiria dell’empatia di chi sa provare compassione e combatte per una diversa percezione del potere femminile.
Joana Vasconcelos e l’incontro con gli studenti di IED Firenze
Joana Vasconcelos ha recentemente condiviso la sua visione creativa con gli studenti di IED Firenze, invitata dal Direttore Danilo Venturi per “Monograph“, il ciclo di conversazioni con i protagonisti dell’industria creativa internazionale
Durante l’incontro, l’artista ha sottolineato l’importanza dell’ibridazione tra design, moda e arte, come espressione autentica della contemporaneità. La sua opera, frutto di una sinergia tra tecniche artigianali e innovazione artistica, si trasforma in un appello alla trasformazione e al superamento di confini culturali e sociali.
Con umorismo e ironia, Vasconcelos mette in discussione la condizione delle donne, la società dei consumi e l’identità collettiva.
“Sono pienamente consapevole del fatto che non farei il lavoro che faccio se non fossi una donna e se non fossi portoghese. – Ha spiegato – Sono nata in Francia (i miei genitori sono stati esiliati in Francia durante la dittatura) ma sono cresciuta in Portogallo e sono sempre stata ipnotizzata dalla ricchezza della cultura portoghese e dal legame tra arti e mestieri così presente nel mio lavoro. Le piastrelle, le creme, i tessuti, i ricami, i gioielli, la lavorazione del legno dorato, l’abbondanza di colore e l’uso della luce sono tutte declinazioni del savoir-faire del Paese che mi ha reso un vero artista del Barocco”.
L’artista ha quindi raccontato il processo creativo che sta dietro alle sue monumentali Opere, citando tra le altre anche la sua interpretazione di Lady Dior e la Wedding Cake installata nel giardino inglese dei Rothschild.
“Joana – Ha commentato Danilo Venturi – ci ha dimostrato come l’ibridazione di linguaggi diversi possa superare ogni limite culturale e sociale. È questa la risposta alle più grandi trasformazioni in atto – compresa la sfida dell’Intelligenza Artificiale. È questo il modo di concepire qualcosa di nuovo – dato che come esseri umani non abbiamo la facoltà di creare dal nulla. È questo il ritorno all’Umanesimo che stavamo aspettando”.
Chi è Joana Vasconcelos
Joana Vasconcelos, nata a Parigi nel 1971 da genitori portoghesi, torna in patria dopo la Rivoluzione dei garofani. A Lisbona, sviluppa uno stile personale che unisce la maestria artigianale con la sperimentazione artistica. Il suo successo internazionale è stato consacrato con opere esposte alla Biennale di Venezia e al Palazzo di Versailles.
L’artista gestisce dal 2006 l’Atelier Joana Vasconcelos e ha fondato nel 2012 la Fundação Joana Vasconcelos, dimostrando come l’arte possa essere una potente leva di trasformazione e inclusione.