ROMA – Il progetto espositivo Arte sulle Motonavi. Il varo dell’Utopia è stato inaugurato a Roma in due tempi e due sedi differenti, rispettivamente il 9 novembre, presso uno spazio appositamente dedicato della “nuova” Galleria Nazionale, recentemente riallestita, e il 10 novembre, presso l’Auditorium Via Veneto – Spazio Cultura di Fintecna. La rassegna, a cura di GMGProgettoCultura, intende ripercorrere il periodo del boom economico italiano, durante il quale il felice connubio tra tecnologia e cultura ha “traghettato” l’Italia verso un periodo di rinascita e di crescita economica. È il periodo in cui il Bel Paese diffonde nel mondo le sue eccellenze, tra questi anche dei grandi transatlantici, vere e proprie città ideali galleggianti, allestite e caratterizzate dalle opere di artisti contemporanei, scelte perlopiù su indicazione di Giulio Carlo Argan.
La mostra, visitabile fino all’8 gennaio 2017, ospita gli allestimenti di queste lussuosissime turbonavi, come la Conte Biancamano, Cristoforo Colombo, Leonardo Da Vinci, Michelangelo e Raffaello, considerate il fiore all’occhiello delle navi di linea italiane. In esposizione circa 600 pezzi di arredo e di design e ben 71 arazzi dei più grandi artisti del tempo, tra cui Sironi e Capogrossi, presentati in stretto dialogo con le copertine del periodico avanguardista “Civiltà delle Macchine” diretto da Leonardo Sinisgalli.
– Come nasce l’idea di dar vita a questo progetto ambizioso e sperimentale che recupera e testimonia parte della storia gloriosa d’Italia?
L’esposizione è il risultato di un percorso che da tre anni vede me e il mio staff di giovani storiche dell’arte (GMGProgettoCultura) Nicoletta Provenzano, Claudia Canalini e Caterina Salvagno riportare alla luce la memoria storica e la cultura d’azienda della Fintecna, società erede dell’I.R.I.
Nel 2013, dopo aver eseguito una ricognizione del patrimonio artistico della società, grazie alla volontà illuminata dei vertici, abbiamo considerato la possibilità di esporre in una mostra aziendale un nucleo di grande importanza identitaria: Le 43 copertine originali della rivista “Civiltà delle Macchine”, già indicate da Federico Zeri, come una collezione di grande valore storico-artistico. L’esposizione ha avuto un grandissimo successo in termini di conoscenza e appartenenza verso i dipendenti che hanno potuto condividere con i familiari la loro memoria storica. Abbiamo deciso quindi di rendere pubblica la mostra organizzandola in un piccolo polo museale aziendale – Ingegni d’Arte – oggi parte del circuito nazionale Museimpresa che potesse accogliere, in giorni dedicati, anche il pubblico esterno. A questa mostra permanente, l’anno scorso abbiamo chiamato gli artisti che hanno avuto esperienze nelle fabbriche IRI e che hanno testimoniato il connubio arte-industria sia per Spoleto ’62, che negli House Organ aziendali, rivista Finsider e Cornigliano…attraverso le loro sculture. Le tracce del patrimonio artistico ci hanno portato a scoprire un altro nucleo consistente di opere di grandissima rilevanza, gli arredi dei grandi transatlantici italiani, di proprietà Finmare e Società Italia di Navigazione, che dopo la dismissione erano stati messi in deposito presso diverse sedi museali romane ma anche istituzioni pubbliche estere. Grazie alla partnership pubblico-privato, oggi si è potuto restituire una parte di quel magnifico nucleo di opere e arredi di design in una mostra gratuita che vede coinvolte due sedi di profondo significato: La Galleria Nazionale e l’ex sede IRI, via Veneto Spazio Cultura.
– L’esposizione rende fruibile una collezione incredibile e di fatto sconosciuta al pubblico, si concentra inoltre sul concetto di memoria come patrimonio indispensabile all’innovazione e allo sviluppo, è quindi anche una riflessione sul futuro. Pensa che questi modelli del passato possano essere oggi riattualizzati? E in che modo?
È stato fin da subito nella nostra responsabilità restituire alla memoria collettiva questa parte della storia italiana, “Il Varo dell’Utopia” è la sintesi della nostra visione, un modello riproponibile, che possa affrontare le sfide del futuro!
Nel nostro catalogo, oltre gli aspetti storici e artistici, abbiamo voluto trattare il ‘Fare e il Pensare’ come concetti indispensabili del made in Italy conosciuto nel mondo, e molti autori, di diverse discipline, come Antonio Calabrò, Gianluigi Ricuperati, Fiorenzo Galli e Maurizio Borghi, hanno scritto una riflessione sulle possibilità del futuro delle aziende che sempre più scelgono la cultura e la creatività come molla propulsiva per l’innovazione.
– In questa mostra si concretizza una comunione d’intenti e di obiettivi tra la Fondazione Fincantieri, GMG ProgettoCultura, Fintecna e Galleria Nazionale, per cui si evince come il dialogo interdisciplinare tra arte, cultura umanistica, cultura scientifica e tecnologia possano contribuire allo sviluppo di un benessere collettivo, etico e sociale…L’arte e la cultura oggi possono tornare ad essere un volano di crescita e sviluppo e favorire un possibile cambiamento per l’Italia, facendo recuperare quel “passato glorioso” testimoniato dall’esposizione?
Crediamo assolutamente che fare rete e mettere a sistema attraverso la formula della multidisciplinarietà sia una carta potente per l’ltalia, che ha sempre dimostrato il suo genio nei momenti di grandi crisi economiche. Probabilmente oggi siamo fiaccati da altri livelli di crisi, morali, etiche, spirituali, che inaridiscono ambienti, rapporti e intelligenze, che purtroppo spostano la nostra attenzione in altri paesi più lungimiranti, ma accendere la fiamma dell’utopia, creare appartenenza e orgoglio, attraverso le buone pratiche del passato attraverso riflessione e consapevolezza contemporanea, credo sia urgente per attivare in aziende e in singoli individui azioni per il ‘bene comune’, lontane dall’ottusità del -solo-profitto…che ha reso un buco fallimentare nel tessuto sociale.
– Questa mostra rappresenta anche un esempio di sinergia tra istituzioni pubbliche e private, un rapporto virtuoso si potrebbe definire e non un’”utopia” per rimanere in tema…
Affrontare una partnership pubblico-privato non è facile in Italia, come ben sappiamo, sono due identità che viaggiano a diverse velocità e molto spesso la cultura, che dovrebbe sostenere la ricerca, cade nella trappola del sostegno economico, snaturando gli obiettivi. Si, spesso è un utopia, ma se nei due attori si incontrano vertici illuminati, si può cominciare a sperare…
– GMG ProgettoCultura si occupa anche di formazione aziendale e manageriale, in cosa consiste esattamente?
…per questo motivo noi cerchiamo di arrivare al cuore dei leader. L’esperienza dell’IRI, delle fabbriche virtuose, delle storie, come quelle di Olivetti, Gian Lupo Osti, Leonardo Sinisgalli, Eugenio Carmi, Luraghi ci hanno spinte a promuovere la formazione aziendale per migliorare le criticità interne, ma anche per regalare nuovi strumenti vitali in grado di genare altri punti di vista. Quest’anno abbiamo coinvolto l’artista Cesare Pietroiusti, che con la sua arte relazionale ha scardinato il valore iconico delle banconote. Dal prossimo anno, avvieremo con l’Università di Tor Vergata, dipartimento di economia, il master in Gestione e Sviluppo del Patrimonio Immateriale d’azienda, con il coinvolgimento di studiosi creativi, nella speranza di coltivare nuovi manager illuminati e rendere concreta la nostra utopia!
FOTO di Antonio Idini
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Vademecum
Arte sulle Motonavi, il Varo dell’Utopia
Dal 9 novembre 2016 all’8 gennaio 2017
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Ingresso via Gramsci, 69-71
Auditorium Via Veneto – Spazio Cultura
via Vittorio Veneto, 89
www.artesullemotonavi.it