CANNES – Lui, il pittore dei colori e della felicità. Nel 1893 l’incontro con colei che sarebbe diventata per sempre la sua musa, la sua ossessione, la sua ragione di vita: Marthe.
400 dipinti in totale, nudi soprattutto, per raccontare il loro legame. Una folle storia d’amore all’inizio, che si trasforma in un nutrimento reciproco.
Il lavoro del pittore assomiglia a quello che immaginiamo della loro coppia: tutto sembra tranquillo e normale. Eppure nulla è così, dietro la tela si nasconde il tumulto. Sotto i riflettori, una coppia del cinema, Cécile de France e Vincent Macaigne, la firma è di Martin Provost.
Cécile de France è sublime e incanta. Vincent Macaigne interpreta questo artista di talento, amante goffo e con un carattere a tratti misogino.
“Il mio personaggio è enigmatico e singolare: Marthe ha inventato un nuovo nome, una nuova identità, il giorno in cui si è innamorata di Pierre Bonnard, che era il suo ideale, è consapevole del ruolo da svolgere”– dice Cécile de France, nei panni di Marthe Bonnard. Perché per tutta la vita, Marthe ha mentito sul suo nome, sulla sua età, sulle sue origini. Pierre, la introduce nella sua cerchia di amici, che vogliono rivoluzionare la pittura con la loro mecenate Misia (Anouk Grinberg). Un mondo di artisti in cui Marthe si sente totalmente fuori posto, che rifugge.

Il regista ci porta nella loro quotidianità nella casa sulle rive della Senna, dove Pierre e Marthe vivono la la loro relazione fusionale, organizzando pranzi sull’erba con gli amici.
Incisiva nel film la parte in cui Bonnard abbandona Marthe per una giovane amante Renée Monchaty (Stacy Martin), con la quale decide di sposarsi a Roma. Claude Monet bisbiglierà nell’orecchio di Marthe, colta dalla depressione: “Pierre ti ama, è fortunato ad averti e tornerà sempre da te”.
Negli anni ’20 Bonnard prova il pastello con il soprannome di Marthe Soulanges. I suoi dipinti naif, dai bellissimi colori firmati Marthe Soulanges hanno un certo successo e trasmettono trasmettono forti emozioni. “Ma, penso che la passione per la pittura si sia acuita nella passione d’amore e nella ricerca attraverso la pittura del mistero Marthe” – spiega Martin Provost. Con la pittura, l’artista voleva superare il suo dolore.
Bonnard infatti non riuscirà a vivere senza Marthe e la sposerà a 60 anni. Trascorreranno l’ultima parte della loro vita a Le Cannet.
Dopo la morte di Marthe nel gennaio 1942, Pierre, che morirà cinque anni dopo, trasformerà il lutto in colori e farà riapparire Marthe nei suoi dipinti. Inseparabili…
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