MILANO – Dal 4 al 7 aprile 2024 andrà in scena, al Teatro Oscar deSidera (Via Lattanzio, 58/A, 20137 Milano MI), “CARAVAGGIO – di chiaro e di oscuro”, un’opera teatrale scritta da Francesco Niccolini e interpretata da Luigi D’Elia.
Nel tentativo di comprendere la vita e l’opera di un genio controverso come Caravaggio, ci si immerge in un turbine di dettagli che si dipana attraverso la trama intricata della sua esistenza. La vita di Michelangelo Merisi, conosciuto come Caravaggio è una saga ricca di eventi tumultuosi e contrasti che si riflettono vividamente nelle sue opere.
L’infanzia e le prime avversità
La sua storia inizia con la tragica perdita del padre e del nonno, vittime della peste quando era ancora un bambino. Questo avvenimento segna l’inizio di una vita di privazioni e povertà, soprattutto durante gli anni giovanili come pittore apprendista. Tuttavia, è proprio in questo contesto di avversità che Caravaggio sviluppa il suo talento straordinario e l’audacia che caratterizzerà gran parte della sua esistenza.
Il successo e la vita scapestrata
Il successo di Caravaggio è rapido ma tempestoso, accompagnato da litigi, risse e perfino un omicidio. La sua personalità e la sua vita sregolata lo portano a problemi con la legge e a fughe precipitose da una città all’altra. Arresti, scarcerazioni, protettori, amanti, pene comminate e sentenze di morte si intrecciano nella sua biografia, delineando un ritratto di un uomo in perenne lotta con se stesso e con il mondo.
Le opere rivoluzionarie
Le opere di Caravaggio, contraddistinte da una maestria tecnica e da una profondità emotiva straordinarie, riflettono le molteplici sfaccettature della sua personalità e della sua esperienza di vita. I suoi dipinti, spesso controversi e in contrasto con le convenzioni dell’epoca, sono permeati da una sensualità cruda e da una drammaticità che sfida ogni tabù e ipocrisia.
I viaggi e i soggiorni
I viaggi e i soggiorni di Caravaggio in varie città italiane ed europee testimoniano la sua inquietudine e il suo desiderio di scoperta e sperimentazione. Da Milano a Roma, da Napoli a Malta, ogni luogo ha lasciato un’impronta indelebile sulla sua arte e sulla sua anima tormentata.
La mano di Caravaggio
Ma forse ciò che più di ogni altra cosa caratterizza l’opera di Caravaggio è la sua mano che, con la stessa audacia con cui impugna il pennello, maneggia la spada.
Una mano scandalosa che si muove impudica e irrispettosa: penetra la ferita nel costato di Cristo per l’incredulità di san Tommaso. Decapita Oloferne senza che l’occhio abbassi lo sguardo. Guida la mano del santo analfabeta per insegnargli a leggere e scrivere. Senza misericordia né resurrezione mostra la Vergine morta e gonfia. Dipinge calcagni neri, unghie sporche, sangue a fiotti, orrore, notte, pochissima luce e tanta strepitosa, meraviglia selvaggia.
La sua pittura è un urlo di vita e di morte, di luce e di ombra, di peccato e redenzione.
Lo spettacolo teatrale
Francesco Niccolini e Luigi D’Elia raccontano a modo loro un altro frammento della natura selvaggia che sta a loro tanto a cuore. Dopo Zanna Bianca, Moby Dick e Tarzan, si allontanano dalla grande letteratura per sprofondare nella pittura più sublime e abissale, quella di Caravaggio. È il terzo racconto biografico della loro produzione, dopo André e Dorine e Cammelli a Barbiana. Realizzano questo nuovo lavoro insieme a Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che per la prima volta si cimentano nella regia di un monologo.
Tutti insieme provano ad attraversare l’epoca d’oro della cultura italiana ed europea, quel primo Seicento che ha visto sbocciare i capolavori e le rivoluzioni più grandi del pensiero, dell’arte e della scienza occidentale: Shakespeare, Galileo, Cervantes, Gesualdo da Venosa e Caravaggio. Tutti insieme. Nati e morti tutti negli stessi anni. Tutti mossi dallo stesso scandaloso ardore.
Biglietti: intero 22€/ ridotto 16€/ speciale 10€ in abbonamento