ROMA – Un palazzo non aperto al pubblico, una collezione che pochi conoscono davvero, un patrimonio che ora può essere esplorato da chiunque, ovunque. È questo il cuore del progetto che vede il Ministero degli Affari Esteri e Google Arts & Culture unire le forze per rendere accessibile online la Collezione Farnesina: una raccolta che racconta decenni di arte italiana contemporanea e che da oggi si apre a nuovi modi di essere vista, letta e vissuta.
Dal 2016 la digitalizzazione della Collezione Farnesina ha coinvolto oltre 400 opere, completandosi oggi in un’architettura digitale che integra immagini, schede, approfondimenti, tour virtuali e contenuti interattivi. Il risultato è un archivio navigabile gratuitamente, da chiunque e in qualsiasi momento, pensato non solo come vetrina istituzionale, ma come strumento di conoscenza culturale e diplomazia.

Oltre i limiti fisici: la tecnologia come mediazione culturale
Con l’integrazione della tecnologia Street View, è possibile percorrere virtualmente dieci ambienti del Palazzo della Farnesina, tra cui il Salone d’Onore e la Sala degli Arazzi. Al contempo, la piattaforma ospita sedici focus tematici su artisti e movimenti, un fumetto ideato da Alessandro Baronciani che reinterpreta il palazzo in chiave narrativa, e mostre immersive basate sulla tecnologia Pocket Gallery.
Secondo il direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Esteri, Alessandro De Pedys, si tratta di «un connubio tra cultura, arte e tecnologia» che non si limita alla mera riproduzione delle opere, ma ridefinisce le modalità stesse della fruizione culturale. La tecnologia, afferma, «serve a superare i limiti», offrendo accesso continuo a una collezione che per ragioni logistiche e di sicurezza non può essere fruita dal pubblico in presenza.
Una collezione come strumento diplomatico
Ma la Collezione Farnesina è più di un insieme di opere: è un dispositivo diplomatico. Nata per raccontare l’identità culturale italiana attraverso l’arte del Novecento e contemporanea, riunisce nomi come Piero Dorazio, Michelangelo Pistoletto, Carla Accardi, Arnaldo Pomodoro. Le opere, selezionate per essere esposte negli spazi istituzionali del Ministero e degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo, agiscono come elementi di narrazione collettiva, riflettendo un’Italia che comunica attraverso linguaggi visivi.

In quest’ottica, la digitalizzazione diventa parte di una strategia più ampia di diplomazia culturale, nella quale l’arte veicola valori, dialoghi e visioni. Un esempio significativo di come la sfera pubblica stia sperimentando nuovi strumenti per attivare relazioni, non più solo con gli interlocutori ufficiali, ma anche con un pubblico globale, potenzialmente sconfinato.
Una nuova narrazione per la Farnesina
Non si tratta, però, soltanto di visibilità. La collaborazione con Google Arts & Culture punta anche a costruire uno storytelling diverso attorno al palazzo e alla sua collezione. Come sottolinea Giorgia Abeltino, responsabile di Google Arts & Culture per l’Europa, «abbiamo introdotto uno sguardo nuovo, che si affida anche al linguaggio dei fumetti e alla voce di giovani creators». Quattro youtuber hanno infatti raccontato la loro esperienza alla Farnesina, offrendo visioni soggettive, non convenzionali, capaci di parlare a pubblici non istituzionali.
L’intento è chiaro: ridefinire il rapporto tra cittadini, patrimonio e istituzioni, anche attraverso codici narrativi non tradizionali. In questo senso, la Collezione Farnesina online non è solo un archivio, ma un esperimento aperto: un ambiente in cui convivono arte, diplomazia, comunicazione e nuove tecnologie, con l’ambizione di creare uno spazio culturale accessibile, dinamico, condiviso.