ROMA – Negli ipogei del Colosseo prende posto una nuova presenza silenziosa ma eloquente: una testa lapidea di gladiatore, databile agli inizi del I secolo d.C., proveniente dall’Arena di Verona. Il reperto, frutto di un prestigioso prestito concesso dal Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona, si inserisce da aprile a ottobre 2025 nel percorso espositivo permanente dedicato agli spettacoli gladiatori, curato da Alfonsina Russo, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro.
Il volto scolpito nella pietra – appartenente con ogni probabilità a un gladiatore della tipologia “Gallus”, figura ispirata all’iconografia dei popoli nemici di Roma – si aggiunge a una narrazione in continua evoluzione, che restituisce al visitatore la complessità, la gerarchia e l’organizzazione sociale del mondo gladiatorio. Un mondo regolato da codici precisi e trasformato nel tempo, soprattutto dopo le riforme augustee, che ne definiscono nuove tipologie e significati.
Una presenza che amplia il racconto dei gladiatori
L’inserimento della testa veronese si affianca a un allestimento già ricco di elementi immersivi e documenti materiali: dalla proiezione olografica ideata da Katatexilux, che anima il criptoportico orientale con figure di gladiatori che emergono dall’ombra, fino ai mosaici con scene di caccia, ai graffiti sulle gradinate, alle lucerne e ai modelli di macchinari che simulano gli ingegnosi sistemi di sollevamento in uso nell’arena. Senza dimenticare le riproduzioni a grandezza reale delle armature dei diversi tipi gladiatori – reziario, secutor, trace, mirmillone, provocator, oplomachus – parte della collezione del Parco archeologico del Colosseo.
Con l’arrivo del frammento dall’anfiteatro veronese, il Parco prosegue il progetto di accoglienza a rotazione di reperti provenienti da altri luoghi della cultura del Sistema Museale Nazionale, con l’obiettivo di rinnovare ogni anno l’allestimento e alimentare nuove relazioni tra istituzioni.
Uno scambio tra due arene
Questa collaborazione non è unidirezionale. Parallelamente, il Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona ospiterà una lastra marmorea proveniente dal Colosseo, incisa con la testa di un gladiatore privo di elmo, forse identificabile come un reziario, accompagnato dal nome “Delicatus”. La lastra entrerà a far parte della sezione dedicata all’Arena veronese, grazie a un progetto espositivo curato da Francesca Morandini, rafforzando così il legame tra i due anfiteatri, simboli speculari del potere e dell’intrattenimento nell’Impero romano.
Una rete culturale
“Creare relazioni tra istituzioni significa costruire ponti per la crescita collettiva” afferma Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo, sottolineando come il dialogo tra musei sia oggi una necessità culturale, oltre che una strategia curatoriale. A darle eco è Marta Ugolini, assessora alla Cultura del Comune di Verona, che ribadisce come ogni reperto rappresenti una storia da trasmettere al presente, e Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona, che mette in luce l’importanza di un confronto anche gestionale tra siti archeologici di tale rilevanza.
Durante il periodo dell’esposizione, tra giugno e settembre, è previsto un calendario di conferenze e workshop tra Roma e Verona, che affronteranno temi legati alla valorizzazione, alla gestione e all’accessibilità dei due anfiteatri, con uno sguardo rivolto tanto alla tutela quanto alla contemporaneità del patrimonio.
L’esposizione negli ipogei del Colosseo è visitabile tutti i giorni, negli orari di apertura diurna, con il biglietto Full Experience Sotterranei e Arena.
Per dettagli: www.colosseo.it