LUXOR – Una recente campagna archeologica condotta da una missione congiunta franco-egiziana ha riportato alla luce, sulla riva occidentale del Nilo, testimonianze che ampliano in modo significativo la comprensione del tempio di Ramses II a Luxor. Il Ramesseum, storicamente noto come Tempio di milioni di anni, si conferma non solo come luogo di culto, ma come un vero organismo multifunzionale della civiltà faraonica.
Una scuola tra le colonne del tempio
Tra i rinvenimenti più rilevanti figura la cosiddetta “Casa della Vita”, un centro formativo annesso al complesso templare e finora mai documentato in questo sito. L’emersione di materiali legati all’istruzione – come tavolette didattiche, giochi e disegni – rivela l’esistenza di un sistema educativo interno al tempio, destinato alla formazione delle élite burocratiche e sacerdotali. Una scoperta che ridisegna il profilo istituzionale del Ramesseum, trasformandolo in polo di trasmissione del sapere.

Produzione, stoccaggio e gestione dei beni
Le indagini archeologiche nelle aree orientale e settentrionale hanno fatto emergere strutture funzionali alla vita economica del tempio: magazzini per alimenti come olio d’oliva, miele, vino, e ambienti destinati alla panificazione, alla tessitura e alla lavorazione della pietra. Etichette di giare e tracce di attività artigianali raccontano una rete ben organizzata di produzione e redistribuzione, che coinvolgeva anche comunità come quella di Deir el-Medina. Il Ramesseum appare così come un sistema complesso di approvvigionamento e logistica.

Spazi sepolcrali e memoria del Medio Regno
La porzione nord-orientale del sito ha restituito un vasto nucleo funerario riferibile al Terzo Periodo Intermedio, arricchito da vasi canopi, figurine ushabti, corredi cerimoniali e resti umani, fondamentali per lo studio delle pratiche rituali del tempo. Nelle vicinanze, è stata documentata nuovamente la tomba di Sahhotep Ib Ra, scoperta originariamente nel XIX secolo. Le sue decorazioni murarie, ancora leggibili, confermano la continuità della funzione sepolcrale del sito lungo archi temporali differenti.
L’attività archeologica ha messo in luce anche le molteplici trasformazioni del complesso nel corso dei secoli. Il luogo era già occupato prima dell’intervento di Ramses II e, nei periodi successivi, venne riadattato: divenne necropoli sacerdotale, poi spazio operativo per i lavoratori delle cave durante l’epoca tolemaica e romana. Questi passaggi restituiscono l’immagine di un sito continuamente riutilizzato, modellato dalle esigenze sociali e cultuali delle diverse epoche.

Restauri e nuove letture architettoniche
Parallelamente agli scavi, sono stati portati a termine interventi conservativi di rilievo: dall’ala meridionale del tempio fino alla ricollocazione della statua della madre del faraone, Tuya, e al restauro dei frammenti superstiti della monumentale effigie di Ramses II. Le ricerche hanno inoltre interessato il palazzo reale annesso al cortile principale: ambienti cerimoniali e sale di ricevimento, seppur in parte perduti, sono ora leggibili grazie ai resti delle murature in mattoni crudi e ad alcuni elementi architettonici decorati, tra cui un fregio con scimmie di possibile valenza mitologica.
Dal 1991, la missione franco-egiziana lavora con costanza sul sito, intrecciando attività di scavo, studio e restauro. Un progetto di lunga durata che ha permesso di ridefinire in profondità il ruolo del tempio di Ramses II, rivelandolo come un organismo vitale, articolato e profondamente radicato nella vita religiosa, politica e produttiva dell’antico Egitto.