TORINO – Lunedì 15 aprile, nel giorno del compleanno di Leonardo da Vinci (15 aprile 1492), è stata presentata ai Musei Reali di Torino la grande mostra Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro, a cura di Enrica Pagella, Francesco Paolo Di Teodoro e Paola Salvi, che si inserisce nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione del cinquecentenario della morte del genio del Rinascimento.
In mostra, nella Galleria Sabauda dei Musei Reali, oltre 50 opere che raccontano le ricerche tra scienza e arte del maestro toscano, mettendole in relazione con analoghe esperienze di altri grandi artisti coevi, dai fiorentini Andrea del Verrocchio e Pollaiolo, ai lombardi Bramante e Boltraffio, fino a Michelangelo e a Raffaello, “ma anche contemporanei – spiega Pietro Folena, presidente dell’Associazione Metamorfosi – come i 3 artisti che accompagnano l’Autoritratto nell’ultima sala della mostra, Luigi Ontani, Alberto Savinio e Salvo”.
L’esposizione ruota attorno a un nucleo autografo di 13 disegni conservati alla Biblioteca Reale di Torino, acquistati da Carlo Alberto nel 1840, insieme al prezioso Codice sul volo degli uccelli, donato da Teodoro Sabachnikoff a Umberto I nel 1893.
Si tratta di opere databili tra il 1480 e il 1515 che testimoniano l’eterogenea e poliedrica attività di Leonardo, dalla giovinezza alla maturità. Alcuni dei disegni sono correlati ad opere note del maestro, come i i nudi per la Battaglia di Anghiari, i cavalli per i Monumenti Sforza e Trivulzio, lo straordinario studio per l’angelo della Vergine delle Rocce, conosciuto come Volto di fanciulla. E poi ancora il celeberrimo e iconico Ritratto di vecchio, realizzato a sanguigna dal maestro, e ritenuto essere il suo Autoritratto.
Suddivisa in sette sezioni tematiche, dall’eredità dell’arte antica all’esplorazione dell’anatomia; dal confronto tra arte e poesia all’autoritratto fino allo studio dei volti e alla rappresentazione delle emozioni, la mostra presenta anche un tema finora inesplorato: Leonardo e il Piemonte, che prende spunto dal foglio del Codice Atlantico con il Naviglio di Ivrea e si sofferma sulle citazioni dei luoghi presenti negli scritti di Leonardo. In mostra anche il Codice Trivulzianoconcesso in prestito dalla Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco di Milano.
Alla presentazione della mostra ha preso parte il sottosegretario Lucia Borgonzoni che ha sottolineato le capacità d’innovazione insite in Leoanrdo “che ancora oggi può aiutarci a riflettere sul futuro”. Borgonzoni ha anche ricordato che il Ministero ha realizzato una app “per mettere in rete tutte leiniziative dedicate a Leonardo”. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, dichiarandosi orgogliosa di rendere la città protagonista di un evento di tale portata, ha invece rammentato l’importanza della “praticabilità” di un evento, come in questo caso in cui è stato realizzato “un percorso che, attraverso specifiche tecnologie, consente l‘accessibilità sensoriale, l’inclusione culturale e linguistica, sviluppando curiosità e coscienza critica”.
L’Università degli Studi di Torino, partner della mostra, propone contestualmente una rassegna interdisciplinare ispirata all’universalità di Leonardo dal titolo Pioneers. Esploratori dell’ignoto da Leonardo ai giorni nostri. Si tratta di un public program che, a partire dai disegni esposti, approfondisce alcuni temi specifici, configurandosi anche come una piattaforma di scambio tra il pubblico e i protagonisti della ricerca, al fine di creare attorno alla mostra uno spazio inedito di partecipazione, dialogo e sperimentazione.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 16 aprile al 14 luglio 2019.
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VENEZIA – Dal 17 aprile la mostra “Leonardo da Vinci. L’uomo modello del mondo”, ospitata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, propone un racconto cronologico dei momenti salienti della vita di Leonardo, magistralmente sviluppato, grazie alla curatela di Annalisa Perissa Torrini e Valeria Poletto, attorno a settanta opere, di cui trentacinque autografe del genio toscano.
Venticinque disegni sono di proprietà del Museo veneziano, provenienti dalla raccolta grafica del milanese Giuseppe Bossi: pittore, bibliofilo, letterato, critico d’arte e fine collezionista lombardo, acquistati dalle Gallerie nel 1822. I fogli segnano il cammino artistico del grande maestro, offrendo un interessante excursus lungo l’arco della sua produzione, dai primissimi lavori fiorentini fino agli ultimi francesi.
Il nucleo di opere delle Gallerie, che documenta sia le ricerche scientifiche, con studi di proporzione del corpo umano, di natura, di ottica, di fisica, di meccanica e di armi, che le fasi preparatorie per alcuni dipinti, è affiancato da altri undici disegni autografi prestati da vari musei (Royal Collection di Windsor Castel, Fitzwilliam Museum di Cambridge, National Gallery of Art di Washington), altri sette di allievi (Ashmolean Museum di Oxford, Hamburger Kunsthalle di Amburgo, Morgan Library & Museum di New York), una scultura e sette volumi.
Fulcro dell’esposizione veneziana è tuttavia il celebre studio di proporzioni umane, noto come Uomo Vitruviano, a cui viene dedicata una speciale sezione, nella quale l’iconico disegno è accostato ad importanti fogli di Windsor e ad alcune pagine del codice Huygens, proveniente dalla The Morgan Library & Museum di New York.
“Questo piccolo disegno leonardesco è diventato una sorta di programma, oserei dire di manifesto ideologico, – spiega Pietro Folena, presidente dell’Associazione MetaMorfosi che proprio in questi giorni di inaugurazione compie dieci anni di vita – con cui il genio vinciano propone un codice di interpretazione dell’umano nel mondo, anzi, nel cosmo. L’uomo in sé viene posto al centro e permette di rileggere tutto quello che si muove attorno alla luce dell’osservazione, dello studio dei fatti concreti, della sperimentazione. Tramonta l’era delle superstizioni e della schiavitù dell’uomo verso ciò che non si spiega con la ragione, che è al di sopra della natura, sovrannaturale appunto. Nella mostra veneziana, – continua Folena – curata con grande rigore e passione da Annalisa Perissa e Valeria Poletto, si mette in luce, in un contesto straordinario di opere esposte, questo aspetto. L’uomo modello del mondo annuncia la grande rivoluzione di Leonardo, che precederà di poco quella di Copernico e, poi, di Galileo Galilei”.
“Ogni opera di Leonardo – sottolinea a Giovanni Panebianco, Segretario Generale del Mibac e Direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia – appare come un frammento del più grande disegno che ci ha consegnato: la modernità. L’uomo, in perfetta armonia tra cielo e terra, è modello del mondo. Ciò rende Leonardo ‘universale’ e un senso di meraviglia pervade chiunque contempli le sue opere, persino la scrittura con cui le accompagna: una grafia minuta e speculare che rivela ritmo, movimento, senso dello spazio e delle forme. Ancora oggi, a cinquecento anni dalla scomparsa, Leonardo è in grado di attrare, stupire, insegnare”.
“Un percorso espositivo che trova il proprio culmine nell’Uomo Vitruviano, disegno iconico raramente esposto e di grande interesse per il pubblico nazionale e internazionale. – Afferma il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli – L’opera è affiancata da altri importanti studi anatomici e di proporzione, dalle fonti utilizzate da Leonardo e dalle opere che testimoniano la sua influenza sugli allievi e le successive generazioni di artisti. Un’influenza che non è cessata nel corso dei secoli e che continua a proporre Leonardo da Vinci quale simbolo della cultura universale”.
L’esposizione è corredata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.
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Vademecum
LEONARDO DA VINCI. L’UOMO MODELLO DEL MONDO
Gallerie dell’Accademia di Venezia (Campo della Carità 1050)
17 aprile – 14 luglio 2019
Orari: lunedì 8.15-14.00; da martedì a domenica: 8.15-19.15
Biglietti:
intero €15,00;
agevolato per ragazzi UE 18-25 anni € 2,00
+ € 1,5 quota integrazione mostra
gratuità per legge
Informazioni
Gallerie dell’Accademia di Venezia | ga-ave@beniculturali.it
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