ROMA – All’età di 90 anni, nella sua Voghera, dove era nato il 22 gennaio del 1930, si è spento, “serenamente dopo una lunga malattia”, lo scrittore Alberto Arbasino, grande cronista e narratore della realtà sociale e culturale italiana.
Personalità eclettica, eccentrica e anticonformista, Arbasino fu narratore, saggista e protagonista del Gruppo 63, il movimento letterario di neoavanguardia formato da giovani intellettuali critici nei confronti delle opere letterarie ancora legate a modelli tradizionali degli anni ’50.
Dopo aver terminato gli studi liceali, Arbasino si iscrive alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia per passare poi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano, dove si laurea con Roberto Ago, di cui diventa assistente.
Nel 1965 abbandona la carriera universitaria e inizia la sua prolifica attività di scrittore, dapprima come autore di racconti su riviste di rilievo, fino all’esordio nella narrativa, nel 1963, con il romanzo surrealista Fratelli d’Italia che, attraverso le vicende estive di due giovani omosessuali in giro per l’Italia, racconta l’ambiente culturale del Paese degli anni ’60. Nel 1969 pubblica il suo libro più surrealista ed espressionista, Super Eliogabalo.
Collabora nel frattempo con il Corriere della Sera e dal 1976 anche con La Repubblica, è anche critico teatrale e musicale e autore di libri di viaggio. Tra le opere più recenti si ricordano i due volumi dei Meridiani Mondadori che raccolgono i suoi romanzi e racconti, usciti tra il 2009 e il 2010. E’ invece del 2011 America amore, sul suo periodo americano tra la fine dei Cinquanta e i primi anni Sessanta. Mentre è del 2012 Pensieri selvaggi a Buenos Aires. Seguono nel 2014 Ritratti italiani e Ritratti e immagini del 2016.
Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Alberto Arbasino ha impresso un segno nella letteratura italiana del Novecento e la sua scomparsa lascia un vuoto, insieme a un patrimonio prezioso e originale. Desidero esprimere anzitutto il mio sentimento di vicinanza e di solidarietà ai familiari e a quanti con lui hanno condiviso amicizia, esperienze, confronto intellettuale”. “Arbasino – ha aggiunto Mattarella – è stato uno scrittore di grandi qualità e creatività, un romanziere innovatore, un uomo di cultura poliedrico, tra i motori del Gruppo 63. La sensibilità con cui ha guardato la realtà si combinava con il coraggio della sperimentazione. Ha cercato espressione anche nella poesia. E con passione civile è stato giornalista, cercando sempre nella modernità strumenti utili alla narrazione e alla comprensione dei mutamenti, sociali e di costume. L’Italia si è arricchita del suo talento, e la cultura ne farà tesoro”.
Il ministero dei Beni culturali, Dario Franceschini ha così commentato la sua scomparsa: ”Autore prolifico, intellettuale anticonformista, scrittore sperimentale: tutto questo è stato Alberto Arbasino, che con il suo genio ha illuminato la cultura italiana e non solo. La sua perdita è un grande dolore”.