LONDRA – Secondo una nuova tecnologia di riconoscimento facciale, che utilizza l’intelligenza artificiale, il dipinto noto come Tondo de Brécy, attribuito a uno sconosciuto artista, potrebbe essere invece opera di Raffaello.
In base a quanto riportato dalla BBC, infatti, un team dell’Università di Nottingham e dell’Università di Bradford ha utilizzato la tecnologia per confrontare il Tondo de Brécy, che si trova nella collezione di Cheshire George Lester Winward e che alcuni esperti ritenevano fosse una copia vittoriana, con la pala della Madonna Sistina di Raffaello conservata nella Gemäldegalerie di Dresda.
Winward acquistò il Tondo nel 1981 come parte di una collezione d’arte che spaziava dal XVI al XIX secolo. Nel 1995, due anni prima di morire, istituì la “de Brécy Trust Collection”, dal nome dei suoi antenati francesi, per preservare la sua collezione di dipinti e disegni e metterla a disposizione degli studiosi d’arte.
Il confronto dei dipinti
Il sistema di riconoscimento facciale con intelligenza artificiale è stato sviluppato da Hassan Ugail, professore di visual computing presso l’Università di Bradford.
In base ai dati rilevati dai ricercatori, la somiglianza tra le Madonne dei due dipinti è risultata del 97%, mentre il confronto del bambino in entrambe le opere ha prodotto una somiglianza dell’86%. Una somiglianza superiore al 75% è considerata identica.
La ricerca si basa sul precedente lavoro di Howell Edwards, sempre dell’Università di Bradford, che aveva già effettuato un esame approfondito del Tondo.
Il dottor Christopher Brooke, ricercatore onorario presso l’Università di Nottingham, esperto di analisi digitale delle immagini e coautore di un documento di ricerca sul ritrovamento, ha affermato: “Il confronto diretto tra i volti ha portato a una corrispondenza del 97%, una probabilità statistica molto alta che le opere d’arte siano dello stesso autore. Un’ulteriore conferma viene dall’analisi dei pigmenti utilizzati nel Tondo. Le caratteristiche del dipinto sono considerate tipiche della pratica rinascimentale e quindi è altamente improbabile che si tratti di una copia successiva”.
“Guardando i volti con l’occhio umano – ha sottolineato Ugail – si nota un’ovvia somiglianza, ma il computer è in grado di vedere molto più in profondità di noi. Sulla base della valutazione di questa analisi, abbiamo quindi concluso che per entrambi i dipinti sono dello stesso artista”.
A breve è prevista la pubblicazione di un documento accademico sull’analisi.