ROMA – Con l’obiettivo di lanciare un grande Piano di sviluppo culturale del Paese, che coniughi tutela e valorizzazione senza mercificare la Bellezza, programmando investimenti ed interventi e mettendo al centro la crescita morale e civile dei cittadini italiani, Italia Nostra promuove la Settimana del Patrimonio Culturale.
Dal 4 al 12 maggio, oltre 70 eventi in tutta Italia, dalla Sicilia al Veneto, illustreranno siti archeologici, chiese, pievi, musei, parchi, borghi.
Attraverso questa settimana Italia Nostra vuole contribuire, insieme ad altre iniziative similari, ad aprire una riflessione sui modelli di gestione sostenibili di tali beni, perseguendo una strada che si è rivelata virtuosa là dove è stata applicata. Lo scopo è anche quello di trasformare, attraverso la sensibilizzazione, i cittadini da “consumatori” a “protettori” facendo sì che le comunità partecipino attivamente alla conservazione e tutela del Patrimonio Culturale.
Evidente è la necessità di tener conto anche dello svantaggio di sviluppo delle aree interne. “Puntare sul patrimonio culturale – si legge in una nota di Italia Nostra – consente alle aree interne di uscire dal circolo vizioso dal impoverimento economico-sociale che impedisce di intercettare investimenti, turismo e nuove opportunità. Le grandi città d’arte, con i loro monumenti e musei, attirano la maggioranza dei turisti e degli investimenti, lasciando solo poche risorse al resto del territorio. Questo dato si incrocia con la disparità Nord/Sud, evidenziata dai dati delle erogazioni liberali dell’Art Bonus che finiscono per l’81,5% al Nord, il 16,6% al Centro e appena l’1,8% al Sud e alle Isole (dati Federculture 2018). Le scelte politiche del MiBAC (PON Cultura e Sviluppo), con i notevoli investimenti al Sud, hanno tentato di riequilibrare il sistema senza però ottenere un significativo risultato, almeno per ora”.
“La cultura – sottolinea Mariarita Signorini, Presidente Nazionale Italia Nostra – può generare reddito e i dati del turismo lo dimostrano, basta crederci e investire risorse umane e finanziare per sostenere il settore. I vantaggi non sono solo economici, perché la Bellezza produce anche salute e la felicità, un antidoto efficacissimo contro la sfiducia che sta minando la coesione sociale e civile del nostro paese e dell’Europa”.