CENTO – A Cento, l’attesa si intreccia con l’innovazione. La Madonna col Bambino fra i Santi Giuseppe, Francesco e i committenti, nota come La Carraccina, capolavoro di Ludovico Carracci, ha lasciato temporaneamente la Civica Pinacoteca il Guercino per raggiungere le Scuderie del Quirinale, dove è parte della mostra Guercino. L’era Ludovisi a Roma. Ma il vuoto creato dalla sua partenza non è rimasto tale.
In Pinacoteca, una replica precisa dell’opera, realizzata grazie alla tecnologia gigapixel, occupa ora lo spazio solitamente dedicato all’originale.
La tecnologia di Haltadefinizione ha permesso di catturare ogni particolare dell’opera, replicandola in una forma che sembra sfidare i limiti dell’occhio umano. Il dettaglio diventa accessibile, non solo nel museo ma anche online, creando un dialogo inedito tra il luogo fisico e la dimensione digitale.
Un vuoto ricco di possibilità
Come mantenere il legame con un’opera quando questa è altrove? La risposta non si è limitata a riempire uno spazio, ma ha aperto una riflessione sul rapporto tra originalità e riproduzione. La replica, che resterà alla Pinacoteca anche dopo il ritorno dell’originale, è una possibilità di osservare l’opera in modi diversi, una traccia che può essere toccata, studiata, esplorata.
«Consapevoli dell’importanza della Carraccina all’interno del percorso espositivo, abbiamo deciso di colmare questo “vuoto” in modo innovativo, sfruttando quella che è una tecnologia decisamente all’avanguardia. Non solo abbiamo una replica fedele ma una replica che può essere toccata e vista da vicino. Si apre dunque un panorama di possibilità di interazione con l’opera non solo dal punto di vista fisico ma anche didattico, che sapremo sfruttare anche in futuro quando tornerà l’originale perché la replica resterà di proprietà della Pinacoteca» – spiega Silvia Bidoli, assessore alla cultura di Cento.
Un racconto che continua
La storia della Pinacoteca, riaperta lo scorso anno dopo una lunga chiusura seguita al sisma del 2012, si arricchisce di nuove narrazioni. La collaborazione tra il Comune di Cento e Haltadefinizione è un esempio di come l’arte possa trovare forme inaspettate per restare vicina alle persone, anche in condizioni di lontananza. L’opera, insomma, si racconta in un altro modo.