MILANO – Dopo oltre cinquant’anni di attese, progetti e battute d’arresto, è stata inaugurata la Grande Brera, un ambizioso polo culturale nel cuore del quartiere di Brera. Il rinnovato Palazzo Citterio si aggiunge alla Pinacoteca di Brera e alla Biblioteca Nazionale Braidense, ridefinendo il panorama artistico della città e proiettandola sulla scena internazionale.
Un polo museale per il XXI secolo
L’edificio settecentesco, acquisito dallo Stato nel 1972 e oggetto di complesse ristrutturazioni, ospita ora oltre 200 opere delle collezioni Jesi e Vitali. Capolavori di Modigliani, Morandi, Carrà, Boccioni, Picasso, e altri grandi maestri trovano finalmente una casa adeguata, arricchendo il già vasto patrimonio culturale della città.
L’intervento architettonico, curato da Mario Cucinella Architects, ha trasformato gli spazi del palazzo in un museo moderno e funzionale, capace di accogliere circa 1.000 visitatori al giorno. Ogni sala è stata progettata per creare un dialogo tra le opere esposte e l’architettura storica, combinando innovazione tecnologica e rispetto per il passato.
Un nuovo modello culturale per Milano
La realizzazione della Grande Brera è un cambiamento di paradigma. Come ha sottolineato il direttore della Pinacoteca di Brera, Angelo Crespi, il progetto mira a trasformare Milano in un punto di riferimento per l’arte e la cultura a livello europeo. Si stima che il nuovo polo culturale possa generare un milione di visitatori all’anno e un fatturato di almeno 10 milioni di euro, collocandosi tra i più importanti attrattori culturali del Paese.
La collaborazione tra istituzioni pubbliche e private è stata fondamentale per il completamento del progetto. Mecenati e aziende come Pomellato, BMW Italia, Swarovski Italia, e PwC hanno contribuito alla sua realizzazione, dimostrando come il sostegno privato possa essere un elemento chiave per il rilancio culturale.
Mostre e innovazione
La prima mostra temporanea, La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze, curata da Luca Molinari, esplora la storia e l’evoluzione del progetto Brera, ponendo il complesso museale al centro della vita culturale e sociale di Milano. L’allestimento, pensato per essere coinvolgente e didattico, invita i visitatori a scoprire la ricchezza e la complessità del quartiere di Brera attraverso installazioni multimediali e plastici architettonici.
Tra le mostre inaugurali, anche La forza di sognare ancora, una retrospettiva dedicata a Mario Ceroli. Curata da Cesare Biasini Selvaggi, l’esposizione racconta il percorso creativo dell’artista, dai suoi primi lavori negli anni ’50 fino alle opere più recenti. Al centro della mostra si trovaVenezia, una monumentale installazione composta da tronchi di pino provenienti dal giardino romano di Ceroli, abbattuti a causa di un’infestazione.
Questa “Stonehenge lignea” evoca un potente dialogo tra uomo e natura, simbolo della resilienza e della capacità di trasformazione. L’opera, che celebra il legame tra arte e ambiente, rappresenta un esempio perfetto della poetica di Ceroli, sempre attenta alla materia e alla sua forza espressiva. Realizzata in collaborazione con la GNAMC, dopo Milano, la mostra si trasferirà alla Galleria Nazionale di Roma, arricchendosi di nuove opere.
Un altro elemento distintivo è l’integrazione della tecnologia. Grazie alla collaborazione con il MEET Digital Culture Center, Palazzo Citterio ospita l’opera generativa Renaissance Dreams di RefikAnadol, che utilizza algoritmi per reinterpretare immagini e testi rinascimentali.
La rinascita di un simbolo
La riapertura di Palazzo Citterio rappresenta un momento storico. Come ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala, l’inaugurazione della Grande Brera è un segno tangibile della capacità della città di reinventarsi e accettare le sfide del cambiamento. Allo stesso modo, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha definito il progetto un esempio di rigenerazione sociale e culturale.
La fase sperimentale, che prevede aperture limitate al pomeriggio quattro giorni a settimana, è solo l’inizio di un percorso che punta a fare della Grande Brera uno dei poli culturali più dinamici e innovativi d’Europa. Con l’integrazione della Pinacoteca, della Biblioteca Braidense e delle collezioni di Palazzo Citterio, Milano si pone come un modello di eccellenza per la gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale. Con la Grande Brera, il sogno di Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera dal 1957 al 1977, prende finalmente vita.