ROMA – Dopo otto mesi di lavori e un investimento di 500.000 euro, il Parco archeologico del Colosseo annuncia la riapertura della Schola degli Araldi del Circo Massimo, un sito archeologico di eccezionale valore storico che torna finalmente accessibile al pubblico.
L’intervento è parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Caput Mundi, un ambizioso programma di valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La Schola degli Araldi è il primo dei dieci progetti previsti, testimoniando l’impegno del Parco archeologico nel restauro, nella ricerca e nell’accessibilità del patrimonio antico.
Situata alle pendici meridionali del Palatino, tra il Paedagogium – la scuola degli schiavi imperiali – e il Circo Massimo, la Schola Praeconum era la sede ufficiale degli araldi del Circo, i praecones, figure pubbliche incaricate di annunciare eventi, cerimonie e proclamare i vincitori delle gare. Un luogo che coniuga storia, arte e ritualità, oggi restituito alla città con un progetto di ricerca che unisce archeologia, tecnologia e conservazione.

Un restauro tra archeologia, illuminazione e accessibilità
L’intervento, sotto la direzione di Federica Rinaldi e con la supervisione dei lavori di Aura Picchione, ha coinvolto un team interdisciplinare, affrontando diversi livelli di ricerca e valorizzazione:
- Indagini archeologiche avanzate, tra cui rilievi fotogrammetrici 3D e prospezioni del sottosuolo
- Restauro conservativo degli affreschi, dei mosaici e delle superfici architettoniche
- Illuminazione architetturale innovativa, realizzata da iGuzzini, che ha migliorato la percezione del sito
- Nuovo percorso accessibile, con una rampa e una vetrata che permette una visione ottimale degli interni
Le ricerche hanno rivelato sette fasi di utilizzo del sito, documentando trasformazioni che vanno dal I secolo d.C. al XIX secolo. Gli scavi hanno portato alla luce nuovi elementi architettonici, tra cui un pilastro angolare della corte porticata e un ambiente absidato, che arricchiscono la conoscenza della struttura e della sua evoluzione.

La decorazione: un mosaico unico e un ciclo di affreschi ritrovato
Uno degli aspetti più affascinanti della Schola Praeconum è il suo apparato decorativo, che comprende un raro mosaico in bianco e nero e un ciclo di affreschi di grande pregio.
Il mosaico della Schola Praeconum: una processione di araldi
Il pavimento della sala centrale ospita un mosaico senza precedenti nella produzione romana, in cui sono raffigurati otto araldi in processione, divisi in due gruppi, vestiti con tuniche corte e calzari e muniti di caducei, vessilli e bastoni. Questi simboli riconducono alla figura di Mercurio, araldo per eccellenza, rafforzando l’idea che la Schola fosse destinata proprio ai praecones ufficiali del Circo Massimo.
Il mosaico risale all’inizio del IV secolo d.C., periodo in cui l’imperatore Massenzio promosse una ristrutturazione del versante meridionale del Palatino, in connessione con le sue trasformazioni al Circo Massimo.

Gli affreschi con figure umane a grandezza naturale
Le pareti della Schola conservano un ciclo pittorico in cui figure maschili alte tra 1,60 e 1,80 metri sono raffigurate in un contesto di banchetto. Queste scene rimandano a riti e cerimonie pubbliche e suggeriscono un’importante funzione rituale dell’edificio.
Il restauro ha permesso di recuperare i colori originali degli affreschi, con sfumature dal rosso all’oro, restituendo alla sala la ricchezza cromatica dell’epoca.
Un percorso immersivo e accessibile
L’apertura della Schola Praeconum segna un’importante tappa nella valorizzazione del Palatino e del Circo Massimo, offrendo un’esperienza di visita più immersiva e accessibile.
Tra le novità introdotte:
Nuova rampa di accesso, per garantire una fruizione agevole del sito
Mappa tattile con planimetria, con testi in italiano, inglese e braille per un’esperienza inclusiva
Vetrata panoramica, che consente di ammirare mosaici e affreschi senza barriere visive
Illuminazione architetturale avanzata, che valorizza ogni dettaglio del sito
L’intervento di iGuzzini, leader nel settore dell’illuminazione architetturale, ha reso possibile un sistema di illuminazione che esalta i contrasti cromatici e i dettagli delle superfici, migliorando la percezione del sito e creando un’atmosfera suggestiva per i visitatori.
«In contesti come questo, l’illuminazione è più di una mera questione di illuminotecnica: è una responsabilità. La luce deve diventare infatti un vero e proprio propulsore di qualità percettiva e ambientale, che possa permettere a ciascuno di noi di sentirsi parte dell’opera stessa, vivendola, tra le sue luci ed ombre, nel profondo», ha dichiarato Giulio Scabin, Italy Sales Director di iGuzzini.

Un modello di restauro e ricerca per il futuro
La riapertura della Schola degli Araldi rappresenta un modello per il futuro nel campo della conservazione e valorizzazione archeologica.
Nelle parole di Alfonsina Russo, Direttore del Parco:
«Il cantiere, che ha unito archeologia, restauro, valorizzazione illuminotecnica e accessibilità, rappresenta un modello di ricerca e progettazione interdisciplinare, in cui le indagini archeologiche hanno fornito nuovi dati per la comprensione del sito, mentre il restauro ha disvelato colori perduti e l’accessibilità per tutti consente di vedere e toccare il mosaico che ha dato il nome all’edificio. La riapertura della Schola al pubblico, con percorsi didattici accompaganti la domenica e il lunedì, avvia un percorso di riqualificazione del fronte del Palatino rivolto verso il Circo Massimo, che vedrà ulteriori riaperture e nuovi ingressi entro il 2026».