ROMA – Quando, il 15 aprile 1874, un gruppo di pittori decise di sfidare le istituzioni artistiche della Parigi del tempo esponendo le proprie opere nello studio del fotografo Nadar, difficilmente avrebbe potuto immaginare che quella scelta, inizialmente marginale e scandalosa, avrebbe segnato l’inizio di una delle rivoluzioni più durature della storia dell’arte. A centocinquant’anni da quella mostra che riscrisse le regole del vedere e del rappresentare, il film L’alba dell’Impressionismo. Parigi 1874, diretto da Ali Ray e prodotto da Phil Grabsky per Exhibition on Screen, arriva nelle sale italiane l’8 e il 9 aprile come nuovo appuntamento della stagione 2025 della Grande Arte al Cinema di Nexo Studios.

Il documentario cinematografico conduce lo spettatore nelle sale della grande mostra allestita dal Musée d’Orsay per i 150 anni dalla nascita dell’impressionismo, interrogandosi sul senso e sull’impatto di quell’esposizione fondativa. Con un taglio narrativo che privilegia le testimonianze dirette – quelle degli artisti stessi, della stampa dell’epoca, dei cittadini che visitarono la mostra – il film rifiuta ogni retorica celebrativa per ricostruire invece il clima sociale, politico ed estetico in cui nacque uno dei più radicali scarti nella storia dell’arte moderna.
Una ribellione pittorica nata tra guerre, crisi e desiderio di rinnovamento
Nel 1874, Monet, Renoir, Degas, Morisot, Pissarro, Sisley e Cézanne, insieme ad altri ventiquattro artisti allora sconosciuti, diedero vita a un’esposizione indipendente, allestita fuori dal circuito ufficiale del Salon. Il contesto era quello di una Francia provata da guerre e tensioni civili, in cui l’urgenza di nuove visioni si intrecciava a una profonda disillusione. La pittura abbandonava i grandi racconti accademici per rivolgersi alla realtà quotidiana, alla luce, al paesaggio, al movimento. Non un programma unitario, ma una molteplicità di tentativi, esitazioni, divergenze: proprio in questa tensione il film trova la sua forza.
Attraverso circa 130 opere selezionate per la mostra parigina, L’alba dell’Impressionismo mette in discussione l’immagine cristallizzata di un movimento ormai canonico, restituendogli la sua carica dirompente. Quella prima mostra, oggi leggendaria, non fu il trionfo di un nuovo gusto, ma l’azzardo di un gruppo di outsider, disprezzati e derisi, che si ostinavano a cercare – come notò un critico dell’epoca – non il soggetto, ma l’“impressione”.
Il film si interroga infine su una questione ancora attuale: come si trasforma il significato di una rivoluzione artistica, una volta che diventa memoria istituzionalizzata? E come raccontarla oggi, in un presente che continua a interrogarsi sul ruolo dell’immagine, sulla sua capacità di rompere convenzioni, sul suo legame con il tempo?
Elenco sale su nexostudios.it