Nuove ricerche svelano l’incredibile tecnologia di navigazione delle prime comunità neolitiche
ROMA – Cinque canoe, perfettamente conservate nelle acque del Lago di Bracciano (Roma), raccontano una storia di 7000 anni fa. Datate al Neolitico, tra il 7500 e il 7000 a.C., queste imbarcazioni eccezionali rivelano una tecnologia di navigazione avanzata e aprono una finestra sulla vita delle prime comunità agricole e pastorali della penisola italiana.
Le cinque canoe sono state analizzate nel corso del progetto di ricerca sulla Marmotta diretto da Niccolò Mazzucco, ricercatore dell’Università di Pisa, assieme a Mario Mineo, conservatore del Museo delle Civiltà adesso in pensione, e a Juan F. Gibaja, ricercatore del CSIC de la Institución Milà y Fontanals de Investigación en Humanidades (IMF-CSIC).
Un sito archeologico sommerso
Il sito della Marmotta, a 300 metri dalla riva e a 11 metri di profondità, è un tesoro archeologico sommerso che ha restituito reperti di inestimabile valore, tra cui le cinque canoe e oggetti nautici associati.
“La Marmotta è un sito eccezionale – racconta il professor Niccolò Mazzucco dell’Università di Pisa – Si trova sotto le acque del Lago di Bracciano dove, in condizioni anaerobiche, si sono conservati reperti che in condizioni normali vanno distrutti. È qui che, tra il 1994 e il 2005, grazie agli scavi dell’allora Soprintendenza Speciale per il Museo Preistorico Etnografico ‘Luigi Pigorini’ oggi Museo delle Civiltà, sono state ritrovate le cinque canoe oggetto del nostro studio”.
Testimonianze di abilità ingegneristiche
Le canoe, lunghe fino a 11 metri, sono state realizzate con una complessità tecnica sorprendente, dimostrando l’abilità ingegneristica dei costruttori neolitici. “Oggi, finalmente – afferma Mazzucco – grazie alla datazione al carbonio 14, eseguita presso il Centro Nazionale di Acceleratori (CNA), possiamo affermare con certezza che queste imbarcazioni hanno un’antichità compresa tra 7.500 e 7.000 anni“.
Un’espansione favorita dalla tecnologia nautica
Le abilità di navigazione delle comunità neolitiche sono state un fattore chiave del loro successo. In pochi millenni, queste popolazioni occuparono tutto il Mediterraneo, da Cipro alla costa atlantica della Penisola Iberica. Le canoe del Lago di Bracciano sono una prova tangibile di questa straordinaria capacità di adattamento e di innovazione. “Senza dubbio siamo di fronte al lavoro di veri ingegneri navali – osserva Mario Mineo del Museo delle Civiltà – Oltre a ciò, i dati confermano che la costruzione delle canoe coincide con il momento di occupazione del sito, più o meno tra il 5620 e il 5300 a.C., quando qui vivevano i primi gruppi di agricoltori e pastori che occupavano il centro della penisola italiana. E questo ci permette di affermare che si tratta delle canoe più antiche del Neolitico in tutta Europa“.
La datazione è frutto di un lavoro di ricerca i cui risultati sono stati da poco pubblicati sulla rivista PLOS e guidato dall’Istituto Milà y Fontanals de Investigación en Humanidades (IMF-CSIC) con la partecipazione della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma (EEHAR-CSIC), del Museo delle Civiltà (Roma), dell’Università di Pisa (Pisa) e del Centro Nazionale di Acceleratori (CNA), a Siviglia.